Il futuro di Colbrelli resta in bilico, sul defibrillatore l’UCI tace: “Aspettiamo le perizie”
Anche l'Unione Ciclistica Internazionale sta prendendo tempo sul ‘caso' Colbrelli, il campione d'Europa e d'Italia in carica, nonché straordinario protagonista dell'ultima Parigi-Roubaix, colpito da arresto cardiaco a pochi metri dopo il traguardo in una tappa alla Volta a Catalunya, che ne decretava il debutto stagionale. Un malore che ha costretto l'intervento medico immediato e l'utilizzo di un defibrillatore, prima della corsa in ospedale: all'alfiere della Bahrain Victorious è stato reso necessario l'impianto di un defibrillatore sottocutaneo, utile per intervenire sul battito cardiaco in casi estremi.
Il dramma si era consumato lo scorso 21 marzo, in Catalogna con Colbrelli stremato, che si accasciava al suolo privo di sensi. Un arresto cardiaco che non ha avuto fortunatamente conseguenze importanti se non l'applicazione del dispositivo, in Italia oramai noto perché lo stesso utilizzato dall'ex interista Christian Eriksen (colpito da un malessere simile durante gli Europei della scorsa estate). Così come il calciatore danese, anche il ciclista italiano però, stando alle nostre normative, sarà impossibilitato a gareggiare a livello professionistico sulle nostre strade: non avrà più l'idoneità sportiva.
Una tegola che mina la carriera di Sonny Colbrelli esplosa nell'ultima stagione in tutto il suo splendore, conquistando il titolo di Campione d'Europa prima e italiano poi, per mostrarsi al mondo in una epocale Parigi-Rubaix di lotta e fango. Poi, improvvisamente, il buio, in quel pomeriggio di marzo in Catalogna, al rientro ufficiale stagionale dopo i problemi di bronchite che ne avevano posticipato il ritorno. Da quel giorno, tutto è cambiato nella vita di Colbrelli che sta ancora adesso recuperando dall'intervento chirurgico. Ma tutto ancora potrebbe cambiare nuovamente e per sempre, stroncandogli l'ultima parte di carriera.
Sulla presenza del defibrillatore sottocutaneo, il ciclismo ha alzato le mani e si è mostrato completamente in disarmo. Lo ha ammesso in un ultimo comunicato l'UCI, l'Unione Internazionale di Ciclismo, che si rimetterà nella volontà dei medici: "Ad oggi, l’UCI non ha regole specifiche di idoneità medica per questo tipo di dispositivo di stimolazione cardiaca" si legge nella nota ufficiale. "Le regole di idoneità medica per il ciclismo agonistico sono in linea con le raccomandazioni delle principali società internazionali di medicina dello sport e cardiologia dello sport".
Cosa significa il giro di parole utilizzato nel comunicato? Semplicemente che si aspetta. Si aspetta l'ultimo bollettino medico che dovrà fornire elementi utili per la decisione finale. Il massimo organo del ciclismo mondiale è sfornito di soluzioni, può solamente restare "in contatto con il team medico della squadra per definire l'idoneità medica del corridore". In pratica, deciderà la "perizia medica" che l'UCI auspica che "sarà in linea con le raccomandazioni già pubblicate dalle associazioni internazionali di cardiologia dello sport". A Colbrelli non resta che aspettare, guarire e sperare. Non nell'UCI.