Il dramma sportivo di Gee, sempre in fuga al Giro e mai primo: “A un certo punto non sapevo dov’ero”
Derek Gee e il Giro d'Italia, una storia oramai giunta al termine dopo 19 tappe in cui il corridore della Israel – Premier Tech ha dato il massimo e anche di più, senza raccogliere assolutamente nulla. Anche nell'ultima frazione, quella regina dell'edizione 2023 che arrivava sulla Cima Coppi delle Tre Cime di Lavaredo, è scattato in testa sull'ultima rampa. Ma è stato ripreso e superato da Santiago Buitrago, relegandolo al ruolo di comparsa.
Chi vince una tappa sarà ricordato, per i secondi non c'è gloria. Così recita la storia del ciclismo delle grandi corse, che celebra solamente i vincitori i cui nomi sono scolpiti a fuoco negli annali. Dunque per Derek Gee in questo Giro 2023 non c'è spazio né possibilità di essere ricordato se non per un premio particolare, della sfortuna.
Il 25enne canadese che ha pur già vinto in carriera ben quattro medaglie d'oro su pista ai Campionati panamericani, tra il 2017 e il 2019, ha mostrato una assoluta assenza di feeling con la corsa rosa: 19 tappe e quattro secondi posti. Che bruciano, perché Gee ha cercato in ogni modo di strappare una vittoria, riuscendo solamente a entrare nei cuori degli appassionati per averci provato, a tal punto di vincere il premio combattività. Che sa molto di beffa. In fuga 7 volte, per 4 è arrivato dietro al vincitore di giornata: nell’ottava tappa, a Fossombrone, due giorni dopo di nuovo a Viareggio, poi il secondo gradino del podio a Cassano Magnago.
L'ultima mancata occasione. la quarta, si è consumata sulle Tre Cime di Lavaredo che ha visto Gee arrivare completamente stravolto al traguardo. Una condizione fisica e mentale che ha provato nel profondo il canadese, incapace di accettare l'ennesima beffa: "Sono andato in fuga per provare a fare punti per la maglia ciclamino, solo che poi ho visto che guadagnavamo sul gruppo e allora sono andato anche per i GPM e per la vittoria di tappa" ha spiegato candidamente una volta arrivato a Lavaredo.
Dove però è arrivata anche la consapevolezza e l'amarezza di una nuova occasione fallita: "Sul finale ce l'ho messa tutta ma a un certo punto non sapevo dove fossi, a che punto fossero arrivati gli uomini classifica alle mie spalle. Allora ho dciso di spingere a tutta e sono pure andato in debito d'ossigeno a causa dell'altitudine. Ma sono felice: se resto in gruppo non vincerò mai. Meglio secondo, prima o poi la vittoria arriverà". Non quest'anno.