Il dolore di Cipollini per la morte del fratello: “Sei il mio super eroe, fa buon viaggio”
"Fa buon viaggio, Cesare. Sei il mio super eroe". L'ex ciclista, Mario Cipollini, raccoglie in questa frase tutto il dolore che prova per la morte del fratello, deceduto all'età di 64 anni. La passione per le due ruote l'aveva nel sangue, era peculiarità di famiglia. Lo è anche perché, Edoardo, pure lui ciclista come il papà scomparso e lo zio, pochi giorni fa aveva vinto il Giro del Veneto.
E il "Re Leone" s'è abbeverato alla stessa fonte alimentando così il proprio stile e la propria forza sui pedali. Cesare per lui era stato tutto, basta leggere un altro passaggio del messaggio condiviso sui social: "Questa foto mi riporta al mio intimo… quando da piccolo (9 anni di differenza) mi sentivo così orgoglioso di avere un fratello Campione!".
Cosa c'era in quello scatto? E perché Cipollini cita con orgoglio e tristezza? C'era Giuseppe Saronni accanto al caro Cesare: "La mia mente fugge a ricercare i momenti belli, questa foto ha un significato immenso per me, era appesa in una “sala” ornata di Coppe e di Trofei".
Cesare Cipollini era nato a Belfort, in Francia. Nella storia della bici azzurra ha lasciato il segno da professionista (proprio come suo fratello minore, Mario) negli anni compresi tra il 1978 e il 1990. Era stato il team Magniflex-Torpado a dargli questa grande soddisfazione dopo l'esperienza nei dilettanti. Nel 1983 alza le braccia al cielo sul traguardo del Giro dell'Emilia, è il successo che fa il paio con importanti piazzamenti in alcune classiche del ciclismo italiano.
"La mia è stata un’infanzia da fan nei suoi confronti – si legge ancora nella nota di Cipollini su Instagram -, dai viaggi per seguirlo nelle gare, ad osservarlo in ogni momento. Ho ancora i ricordi di quando preparava la sua bici o quando preparava la valigia per andare al Giro d’Italia, e lo vedevo come un Super Eroe".
La carriera di Cesare Cipollini. Nel 1976, nonostante fosse ancora uno juniores, fu convocato in nazionale per il quartetto su pista in occasione dei Giochi di Montreal. Assieme a Sandro Callari, Rino De Candido e Giuseppe Saronni registrò anche il record del mondo (4'24″00). Da dilettante (sotto le insegne della Fracor) vinse la Firenze-Viareggio e Giro delle Tre Province. Nel 1978 arriva il grande salto tra i professionisti con la Magniflex-Torpado. Cinque anni dopo (1983) conquista il Giro Dell'Emilia del 1983 e due tappe della Vuelta Mendoza, in Argentina.