Il dolore della vedova Rebellin: “Davide schiacciato come un piccione, non perdono l’omicida”
Wolfgang Rieke è il camionista che due anni fa ha investito e ucciso Davide Rebellin (nella foto), speronato mentre si allenava in bicicletta. Se ne fuggì, fu individuato solo grazie ai filmati delle telecamere: nei giorni scorsi ha patteggiato ‘accontentandosi' di una pena di 3 anni e 11 mesi da scontare ai domiciliari.
Nonostante tutto, se l'è cavata con poco rispetto alla gravità dei reati commessi. Quando la moglie dell'ex ciclista, Françoise Antonini, ha appreso la notizia è stato come se avessero ucciso il marito una seconda volta. E lei assieme a lui. "Mi è rimasto un buco enorme nel cuore, da allora non dormo più".
Dolore fortissimo. Angoscia. Rabbia. La sofferenza per l'assenza. La consapevolezza che niente sarà più come prima. Tutte emozioni che hanno messo in subbuglio l'animo della donna che non può accettare una sentenza del genere. "Nessuno mi restituirà mai più Davide – ha ammesso alla Gazzetta dello Sport -. Lo shock provato per quel verdetto è stato molto forte, stentavo a crederci. Ho tremato a lungo per la mancanza di rispetto verso mio marito".
La signora Antonini si fa forza, si aggrappa ai ricordi più, a ciò che il marito desiderava per lei: non vederla mai triste. "È questo che mi tiene in piedi e non mi fa finire in pezzi". Il tormento diventa strazio quando ripercorre i momenti successivi all'incidente, parla della condotta del camionista e di come la giustizia nei suoi confronti sia stata debole, indulgente.
Suo marito non c'è più, chi l'ha ucciso è stato punito con un'inezia di pena. E quando ci ripensa sta ancora più male. Davanti ai suoi occhi scorre la sequenza drammatica di quei momenti. Può vederla come se la stesse vivendo in prima persona, ed è durissimo sopportare.
"Quella persona è scesa dal camion, ha visto mio marito che stava per terra. Sarà rimasto lì per un quarto d'ora circa senza chiamare i soccorsi. S'è limitato a guardare Davide e poi s'è preoccupato solo di cancellare eventuali tracce della collisione riportate dal suo mezzo. Le ha pulite con saliva e se n'è andato. L'ha lasciato sull'asfalto nemmeno fosse un piccione schiacciato per caso".
Non è riuscito a farla franca solo perché le indagini e le immagini inequivocabili hanno inchiodato l'investitore alle sue responsabilità. "Ha continuato a fare la sua vita in maniera tranquilla per oltre 9 mesi… come se nulla fosse accaduto. Non posso perdonare che si è comportato senza rispetto né compassione nei confronti di mio marito. Non ce la faccio… dentro di me di sono ancora tanta rabbia e altrettanta tristezza".