La bici di Pantani è tornata a casa: “Mamma Tonina ritrova un po’ di pace”

Il 13 gennaio Marco Pantani avrebbe compiuto 51 anni. E nessuno ha dimenticato di omaggiare il compianto ciclista nel giorno del suo compleanno. L'omaggio che ha più ha toccato mamma Tonina è stato però quello riservatogli dall'attuale commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani che ha riconsegnato alla famiglia una delle ultime bicilette utilizzate dal Pirata nella sua entusiasmante carriera. Il ct azzurro ha infatti consegnato alla madre del campionissimo tragicamente scomparso nel 2004 una Bianchi griffata Mercatone Uno con cui Pantani ha corso nel Tour de France del 2000 nella sua ultima apparizione alla Grand Boucle.
Si tratta di una delle bici con cui l'indimenticato scalatore di Cesenatico ha vinto le sue ultime due tappe (sul Mont Ventoux e a Courchevel) nella corsa ciclistica a tappe più prestigiosa al mondo. Davide Cassani, insieme ad alcuni amici, aveva acquistato questa bicicletta all'asta insieme ad altri cimeli della fallita Mercatone Uno e adesso ha deciso di riconsegnarla alla famiglia di Marco, o meglio "alla storia o forse alla leggenda" per usare le parole utilizzate dal commissario tecnico al momento della consegna.

Un momento molto toccante ben descritto dallo stesso ct azzurro che ha raccontato le sensazioni provate quando ha consegnato la bicicletta a mamma Tonina: "Con un velo di emozione negli occhi ed un bellissimo sorriso, la signora Tonina ci ha ringraziato con parole tenere e importanti. In quel sorriso siamo convinti che mamma Tonina abbia ritrovato un pizzico di pace" ha difatti scritto Cassani in un emozionante post pubblicato su Facebook.
La preziosissima bicicletta sarà ora esposta nello "Spazio Pantani", il piccolo museo dedicato al Pirata posto a fianco della stazione ferroviaria della sua Cesenatico, di modo che tutti i tifosi di Marco e gli appassionati di ciclismo possano avere l'opportunità di ammirare un pezzo unico con cui lo scalatore romagnolo gli ha fatto vivere grandi emozioni. Perché, come ha scritto Davide Cassani, "questa bicicletta, come altri cimeli e ricordi, appartengono a tutti, soprattutto a chi ama il ciclismo".