Il ciclista più iellato del Giro d’Italia è secondo in 4 classifiche diverse: ma un premio arriva
Tra le tante storie che ha raccontato il Giro d'Italia 2023 non può mancare quella di Derek Gee, neo professionista canadese alla sua prima apparizione alla Corsa rosa e che si è messo in evidenza, movimentando quasi tutte le tappe in cui è andata in scena una fuga. Il 25enne della Israel-Premier Tech alla fine non ha vinto nessuna frazione, arrivando per 4 volte quarto e altrettante volte secondo. Giungendo secondo anche in quattro classifiche finali sulle sette individuali previste. Ma alla fine un premio è arrivato comunque.
Derek Gee si è ritagliato un posto particolare in una edizione quasi anonima, non fosse stato per il clamoroso epilogo sul Lussari con l'epica impresa di Roglic, entrando direttamente nel cuore di tifosi e semplici appassionati. E' stato lui il più combattivo, il più tenace, il ciclista che non ha mai mollato e ha provato sempre a crederci: è entrato in sette fughe in altrettante tappe ma non è mai riuscito a portarne una alla conclusione, vincendo.
Un novello Raymond Pulidor, il francese che a cavallo tra gli anni 60 e 70 era diventato celebre per i suoi tanti piazzamenti e la nomea di "eterno secondo". Gee è al suo primo anno di professionismo, ma la strada sembra proprio quella dopo un Giro d'Italia in cui ha accarezzato il traguardo in 4 occasioni, con alcuni arrivi che lo hanno visto letteralmente trasfigurato come in occasione della 14a tappa conclusa dietro a Nico Denz, o sulle Tre Cime di Lavaredo, dove a superarlo in salita è stato Santiago Buitrago.
Non solo. Perché il nome di Derek Gee oltre a non apparire in nessuna tappa, malgrado tutto, non apparirà in nessuna delle classifiche individuali al Giro d'Italia. Anche in quel caso, il 25enne canadese è arrivato secondo, senza mai vestire una maglia da leader. Secondo nella classifica a punti (preceduto da Jonathan Milan); secondo per la maglia azzurra degli scalatori (vinta da Thibeaut Pinot); secondo per la maglia bianca riservata ai giovani (conquistata da Joao Almeida); secondo nella classifica valida per i corridori in fuga (vinta da Thomas Champion).
Ma per i tifosi, ha vinto comunque perché nella classifica della combattività – votata appunto di tappa in tappa dagli appassionati – è stato lui a trionfare a Roma, conquistando un premio che vale di certo meno di quelli ufficiali con maglie e trofei ma che nel cuore degli appassionati ha un significato aggiunto. Eleggendo Derek Gee beniamino di questa edizione.
Insomma, un Giro a suo modo unico ed indimenticabile e che rappresenta un punto di partenza. Per Gee i margini di crescita ci sono e sono molti visto che proprio per i piazzamenti e il modo di aver interpretato la corsa è già stato individuato da diversi direttori sportivi e general manager, come nel caso di Jonathan Vaughters, gm della EF che ha già iniziato a mangiarsi le mani: "Circa 3 anni fa, quando alcuni ristoranti hanno appena iniziato ad aprire dopo il covid, sono andato in un nuovo posto francese. Il proprietario canadese è un appassionato di ciclismo. Mi ha portato il curriculum di un ragazzo di nome Derek Gee… me lo sono perso!"