Il ciclismo si ribella alla morte di Sara Piffer investita a 19 anni, Moser: “È una mattanza, fermatela”
La tragedia di Sara Piffer ha sconvolto ancora una volta il mondo del ciclismo per l'ennesima assurda morte sulle nostre strade: la diciannovenne è stata travolta e uccisa mentre si stava allenando sulle strade del suo Trentino. Un impatto mortale con un auto, guidata da un 70enne che l'ha travolta e sbalzata dalla sua bici, per un sorpasso che non avrebbe dovuto fare. Una morte assurda, di cui ha voluto parlare anche un campionissimo assoluto come Francesco Moser, che su quelle strade si è allenato per anni e che conosceva la giovane Sara: "Se ne conoscevano le sue qualità… una cosa inaccettabile: oramai è una vera e propria mattanza, fermatela!"
Il grido corale è che oramai sia una situazione inaccettabile e la morte di Sara Piffer a soli 19 anni, è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non solo e non tanto perché si è perso un talento cristallino di una ragazza che stava dimostrando di avere i numeri per diventare un punto di riferimento del ciclismo femminile italiano, ma per una vita spezzata in modo assurdo. Che non può né deve passare sotto voce. A urlare il proprio disprezzo per quanto sta sempre più frequentemente accadendo c'è anche Francesco Moser, uno dei nostri campionissimi che è stato taccato da vicino dalla tragedia, visto che sulle strade dove è stata travolta Sara si è allenato per decenni: "Sono luoghi che conosco come le mie tasche perché da sempre le percorro sia in macchina che in bicicletta… alla notizia sono rimasto di sasso".
Francesco Moser è letteralmente distrutto da quanto avvenuto: "Erodi ritorno da una giornata sulla neve, mi ha chiamato mio fratello Diego e mi ha raccontato la tragedia. Sara la conoscevo" ha sottolineato Moser, "non benissimo ma la conoscevo perché in valle si parlava tanto di lei, una ciclista di assoluto talento, che pedalava molto bene e sarebbe certamente diventata qualcuno nel mondo del ciclismo. Aveva già vinto in passato, anche se era ancora molto giovane e acerba", ha ricordato riferendosi agli ottimi risultati ottenuti lo scorso anno, col Team Mendelspeck Ge-Man, vincendo a Corridonia, nelle Marche, e col secondo posto nella crono trentina di Verla/Maso Roncador.
"Purtroppo questa tragedia ha tolto ai suoi genitori, alla sua famiglia, a tutti noi che siamo parte della comunità del ciclismo, una bellissima ragazza" ha concluso Moser, a Tuttobiciweb. "È una cosa inacettabile! Troppe sono le tragedie su queste strade, troppi i morti, va fatto qualcosa per il bene di tutti. Va fatto assolutamente qualcosa: fermate questa mattanza!".