video suggerito
video suggerito

Il ciclismo e gli effetti della guerra, la Israel costretta a divise neutre: “Paura di attentati”

Il conflitto Israele-Hamas sta impattando pesantemente anche nel mondo del ciclismo con conseguenze drastiche da parte del Team Israel Premier Tech. Nei prossimi giorni verrà fornito un kit “neutro” per tutti i propri corridori, terrorizzati da eventuali ripercussioni: “Non sarà obbligatorio, ma consigliato quando ci si allena, soprattutto da soli”.
A cura di Alessio Pediglieri
35 CONDIVISIONI
Immagine

Il conflitto mediorientale tra Israele e Hamas sta avendo fortissime ripercussioni anche sul  mondo dello sport in generale e nel ciclismo in particolare con le ultime drastiche decisioni prese dalla Israel – Premier Tech, team Pro israeliano che ha confermato che da ora in avanti fornirà ai suoi corridori un kit di allenamento alternativo alla divisa ufficiale: sarà un abbigliamento dove non comparirà il logo di Israele, come precauzione di sicurezza e tutela dei propri tesserati di fronte al reale rischio di ripercussioni.

Una situazione più che delicata e complessa che ha portato la Israel – Premier Tech ad adottare misure uniche, mai viste prima nel mondo del ciclismo per preservare la sicurezza dei propri corridori che hanno affermato che temono ritorsioni personali indossando la divisa israeliana mentre sono sulle strade per allenarsi.  Una richiesta accolta dal Team che ha anche denunciato la paura di guidare le auto ufficiali, che presentano logo e nome della squadra in bella vista.

Così la squadra ha confermato che i kit di allenamento ripuliti da ogni scritta o riferimento sono attualmente in fase di produzione e saranno consegnati ai tutti i propri atleti nelle prossime settimane, prima del nuovo anno, bel classico periodo in cui tutte le squadre ricevono i loro nuovi kit per la stagione di gare da affrontare. Non sarà obbligatorio per i ciclisti indossarle, ma resta caldamente consigliato. Anche per la maggior parte dei tesserati alla Israel che vivono e si allenano in Europa continentale, soprattutto nel momento in cui si trovassero a pedalare da soli, o in qualsiasi momento in cui temono di essere individuati e attaccati.

Il miliardario proprietario canadese-israeliano Sylvan Adams, però non desiste nel voler continuare a sostenere e finanziare la squadra normalmente: "Dovremmo essere intimiditi dai terroristi di questo genocidio? Quando l’Isis ha minacciato tutti, il mondo ha smesso di girare? Dobbiamo avere paura allora? No, non ci inchineremo a questo. Continuiamo con il nostro lavoro quotidiano. Ci aspettiamo una stagione normale e non ci nasconderemo".

Anche il Team ha voluto ribadire il proprio punto di vista, di essere di nuovo presente al via per la nuova stagione 2024: "Sarà la nostra decima stagione nel gruppo professionistico e continueremo a correre con orgoglio come Israel – Premier Tech. La sicurezza e l’incolumità dei membri del nostro team sono della massima importanza e come tale il team ha implementato alcune misure per la stagione 2024. Ciò include l’uso di un kit di allenamento, che i nostri corridori possono scegliere di indossare fuori dalla bolla di gara e allenarsi da soli, se lo ritengono necessario".

Israele – Premier Tech dopotutto è una della nuove realtà emergenti del ciclismo internazionale. Si è classificata tra i primi due posti nella seconda divisione del ciclismo per il 2023, il che significa che riceverà automaticamente inviti ‘wildcard' a tutte le gare di  primo livello, inclusi il Tour de France e il Giro d'Italia. Ma anche altre competizioni importanti, come l'UAE Tour  al quale Israel – Premier Tech ha gareggiato dal 2020.

35 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views