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Olimpiadi Tokyo 2020

Il capolavoro senza senso di Filippo Ganna: per l’oro rimonta a più di 73 km/h!

Siamo oro nell’inseguimento a squadre grazie alla tenacia e al talento di Simone Consonni, Francesco Lamon, e Jonathan Milan. Per vincere però serviva una prova quasi disumana per battere la Nuova Zelanda nelle semifinali e la fortissima Danimarca in finale. Filippo Ganna negli ultimi tre giri riesce a recuperare più di un secondo di distacco sulle due squadre e ci trascina verso un oro olimpico incredibile.
A cura di Jvan Sica
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Nei Mondiali di ciclismo su pista del 2018, la Danimarca dell'inseguimento a squadre vinceva l'argento, perdendo contro la Gran Bretagna di Ed Clancy. Noi siamo arrivati terzi e nello scontro diretto fra i tempi migliori con i danesi pagavamo quasi quattro decimi. Ai Mondiali del 2020 di Berlino la distanza si è allargata. I danesi hanno vinto con il nuovo record del mondo in 3:44.672, mentre il nostro miglior tempo con la stessa squadra che oggi era a Tokyo è stato di 3:46.513. Quando siamo arrivati a queste Olimpiadi di Tokyo 2020, la furia danese del quartetto composto da Niklas Larsen, Lasse Norman Hansen, Rasmus Pedersen e Frederik Madsen ci era nettamente superiore e gli addetti ai lavori parlavano serenamente di 1 secondo, 1 secondo e 5 di differenza. E invece abbiamo vinto l’oro nell’inseguimento a squadre uomini contro la Danimarca. Cosa è successo? È successo che Filippo Ganna.

Dopo la prima giornata olimpica nell’inseguimento a squadre, usciamo dall’Izu Velodrome molto felici. Abbiamo il secondo tempo, in 3:45.895, mettiamo dietro squadroni come Australia e Nuova Zelanda, anche se la Danimarca stabilisce il record olimpico in 3:45.014. La distanza si è ancor di più allargata, ma per noi va bene così, ci giochiamo la possibilità di andare in finale contro gli All Blacks.

Anche se la Nuova Zelanda ci era finita dietro di circa 3 decimi nelle batterie, tutti sapevano che la semifinale sarebbe stata difficile. I nostri Simone Consonni, Francesco Lamon, Jonathan Milan danno tutto per tenerci in gioco, ma a due giri dal termine siamo mezzo secondo dietro. Entra in scena Filippo Ganna e con una trenata clamorosa ci porta in finale con il nuovo record del mondo in 3:42.307. Nell’altra semifinale la Danimarca domina e mentre si avvia a fare un tempo anche migliore del nostro, c’è uno scontro fra il ciclista attardato della Gran Bretagna Charlie Tanfield e Frederik Madsen. Dopo un’ora circa viene assegnato il passaggio in finale alla Danimarca perché non serve a una squadra in fase di sorpasso, il sorpasso stesso per decretarla vincente della sfida, ma basta entrare in scia del terzo componente avversario.

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Quando oggi siamo scesi in pista contro i danesi, pochi puntavano su di noi, nonostante il fresco record del mondo. Erano due anni pieni che ci erano superiori, arrivavano a Tokyo in perfetta forma ed era il momento di chiudere il quadriennio con l’oro olimpico. Ma noi abbiamo Filippo Ganna.

Per i primi due chilometri e mezzo Milan, Consonni e Lamon sono strepitosi, riusciamo a stare attaccati al quartetto danese, anzi in alcuni giri li sopravanziamo, Ganna ci porta avanti a metà gara ma poi si sposta per avere energie nel finale, loro alzano il ritmo e prima dell’ultimo chilometro siamo dietro di 1,033 secondi. Tutto dovrebbe andare come era scritto, ma c’è, lo ripeto per chi non lo avesse capito, Filippo Ganna. Si mette in testa e parte il treno azzurro. Recupera, recupera, recupera, citando il Rosi che commenta il meraviglioso oro di Menna a Mosca ’80, negli ultimi 750 metri rosicchia 8 decimi, e all’ultimo giro li superiamo, per poi vincere in 3:42.032. Filippo Ganna ha corso gli ultimi 125 metri a 73,62 km/h. Letteralmente spaventoso.

Filippo Ganna ha recuperato più di un secondo di svantaggio sul quartetto danese. Questa frase per chi segue il ciclismo su pista quasi non ha senso e chi ha visto la gara si è evidentemente accorto che non ha alcun senso quello che ha fatto Ganna. Mentre vincevamo l’oro con l’inseguimento a squadre perdevamo senza appello contro la Serbia nel volley femminile e nella pallanuoto maschile. Due sconfitte quasi ovvie per la differenza in tante cose tra le nostre nazionali e quelle serbe. Per poter colmare questi gap, ancora di più in contesti olimpici dove si gioca al massimo, si deve avere un Ganna in squadra. Ma Ganna è uno solo e fa il ciclismo su pista.

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