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La morte di Davide Rebellin

Il camionista che travolse e uccise Rebellin pronto a farsi arrestare: “Voglio tornare in Italia”

Svolta nel caso della morte di Davide Rebellin, con l’autista che travolse e uccise il ciclista pronto a consegnarsi alle autorità italiane.
A cura di Marco Beltrami
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Gli ultimi sviluppi nell’inchiesta sulla morte di Davide Rebellin avevano complicato e non poco la posizione di Wolfang Rieke. Il camionista che ha travolto col suo mezzo e ucciso il campione di ciclismo italiano in realtà si era accorto di tutto al momento dello schianto prima di quello che è stato un vero e proprio tentativo di fuga culminato nel ritorno in Germania. Ora la vicenda potrebbe essere alla svolta visto che il 63enne tedesco avrebbe dato il proprio consenso  a essere consegnato alle autorità italiane.

I fatti risalgono allo scorso novembre quando il vincitore di Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi, e una tappa al Giro d’Italia si stava allenando nonostante ci fosse il ritiro nei suoi piani. All’altezza di una rotatoria, ecco che il camionista svoltando a destra senza mettere la freccia travolse l’atleta che morì sul colpo.

L’incidente venne ripreso dalle telecamere, con gli inquirenti che hanno sfruttato anche le testimonianze dei presenti in un parcheggio. Nessuno ha assistito all’impatto, ma in tanti hanno raccontato quanto accaduto dopo confermando che l’autista del mezzo pesante era sceso per capire cosa fosse successo avvicinandosi anche al corpo.

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Le indagini hanno portato alla luce anche un tentativo del camionista di eliminare dal paraurti le tracce dell’impatto con il ciclista, addirittura con la saliva. Prove schiaccianti per l’uomo che è stato poi individuato, dopo la fuga in Germania. Dopo un primo arresto, il mandato di cattura europeo è stato sospeso e Rieke è rimasto a piede libero. Al suo ritorno in patria l’uomo ha sostituito il rimorchio del suo mezzo, cancellando poi anche le tracce biologiche presenti.

Prove schiaccianti per l’uomo che è stato poi individuato, dopo la fuga in Germania. Dopo un primo arresto, il mandato di cattura europeo è stato sospeso e Rieke è rimasto a piede liber. Secondo il gip che ha emesso l’ordinanze però l’ipotesi di frode processuale non regge: i tentativi di nascondere le tracce infatti sarebbero stati finalizzati solo a a tutelare se stesso da “una situazione di pericolo per la libertà o l’onore proprio”. Resta però in piedi l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga.

Stando a quanto riportato dal Corriere del Veneto, i difensori di Wolfgang Rieke avrebbero formalizzato al giudice tedesco un documento in cui l'uomo fornisce il proprio consenso alla consegna alle autorità italiane. In pratica il camionista sarebbe disposto a farsi arrestare dalle autorità italiane, andando incontro all'accusa di omicidio stradale. Così l'estradizione dell'uomo potrebbe velocizzarsi, e arrivare già nel giro di due settimane.

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Il legale Nardin ha dichiarato: "Stiamo organizzando il suo arrivo in Italia che deve comunque essere concordato con le autorità tedesche, visto che attualmente Rieke ha l’obbligo di firma in commissariato. Il fatto che il mio cliente abbia chiesto di essere consegnato all’Italia è un’ulteriore dimostrazione di come non ci troviamo di fronte a un mostro, un cinico investitore che tenta in tutti i modi di sottrarsi alle proprie colpe. È consapevole che l’estradizione coinciderà con il suo trasferimento in carcere, ma è pronto a rispondere delle proprie responsabilità di fronte alla giustizia italiana".

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