Il calvario dell’ultimo arrivato alla Parigi-Roubaix: “È come Hunger Games, volete vederci soffrire”
Se Mathieu van der Poel si è preso la scena vincendo la Parigi-Roubaix per il secondo anno consecutivo, Cyrus Monk ha archiviato l'impresa nel senso opposto: il ciclista di Melbourne è l'ultimo arrivato della gara e ha tagliato il traguardo un'ora dopo rispetto al campione, quando ormai si stava facendo sera. L'unico obiettivo che aveva in mente era quello di finire per la prima volta il percorso nel nord della Francia, senza badare troppo alla posizione nella classifica generale.
L'ultimo uomo è stato accolto con immensa gioia dal suo team, la Q36.5, che lo ha seguito per tutta la gara incitandolo ad arrivare fino alla fine. Monk è stato particolarmente sfortunato in larghi tratti della sua avventura: ha forato nel primo tratto di pavé fermandosi per per due volte, come ha raccontato lui stesso sui social, e si è trovato praticamente da solo a dover rimediare al danno per rimettersi subito in carreggiata. E sempre da solo ha affrontato i 160 chilometri mancanti che gli servivano per arrivare al traguardo e completare la missione.
"Penso che la Parigi-Roubaix sia cime The Hunger Games. Tutti a casa vogliono solo vederci soffrire. Ogni settore è come un cannone che esplode un colpo e qualcuno viene ucciso. Per me quello era il primo settore e dopo c'erano altri 28 settori dell'inferno", ha raccontato l'australiano per far capire la fatica che i ciclisti compiono per portare a termine la celebre Parigi-Roubaix.
L'importante per Monk non era far registrare un tempo da record: l'ultimo uomo della Regina delle classiche è soddisfatto dell'impresa, portata a termine tra mille difficoltà: "Che bella giornata là fuori. Foratura sul primo settore. Torna in gruppo. Doppia foratura ad Arenberg. Un sacco di colpi di bordo per trovare qualcuno felice di darmi pezzi di ricambio. Ho davvero apprezzato gli applausi di tutti coloro che hanno aspettato lungo la strada. Grazie". Non a caso il suo team lo ha definito "eroe assoluto", un appellativo pienamente meritato.
Il fatto di essere fuori tempo massimo non è stato un ostacolo per lui: Monk è comparso al velodromo Petrieux un'ora dopo van der Poel, con i baffi e gli inconfondibili capelli lunghi e biondi, circondato da pochissime persone (oltre a quelle del suo team) che hanno aspettato l'arrivo dell'eroe di quest'anno che si è palesato attorno alle 18, sfinito ma orgoglioso di essere arrivato alla fine.