I watt di Pogacar e degli altri top sono mostruosi, l’ex Festina: “È il Tour più sporco di sempre”
Manca una sola tappa alla conclusione del Tour de France, la cronometro Monte Carlo-Nizza, ma il vincitore già c'è: Tadej Pogacar ha annichilito la concorrenza con un dominio schiacciante, che fa il paio con quello del Giro d'Italia. Il 25enne sloveno piazza la doppietta Giro-Tour dopo un quarto di secolo, l'ultimo a riuscirci era stato Marco Pantani nel 1998. Un Tour che ha visto demolire, stracciare, polverizzare (parliamo di minuti, non secondi) alcuni record storici di scalate, come quello dello stesso Pantani sul Plateau de Beille e quello di Indurain a Isola 2000. Pur battuti, gli altri ciclisti top della Grande Boucle hanno ugualmente fatto segnare prestazioni eccezionali, che hanno fatto riemergere le accuse di doping, cui il ciclismo è ormai condannato. Ci è andato giù durissimo – watt alla mano – Antoine Vayer, ex preparatore della Festina: "Questo Tour è il più sporco di tutta la storia del ciclismo".
Vayer è stato dal 1995 al 1998 il preparatore della Festina, la squadra francese travolta – poco prima dell'inizio del Tour del '98 – da uno dei più grandi scandali di doping del ciclismo moderno, cui seguì il ritiro dalla corsa e l'allontanamento dei protagonisti coinvolti, nomi grossi come Virenque e Zulle, ma anche il manager Roussel e il Ds Moreno. La squadra sarebbe stata poi sciolta alla fine del 2001. L'ex preparatore da allora è diventato giornalista e scrittore, facendo della denuncia del doping un suo cavallo di battaglia.
Le prestazioni mostruose di Pogacar e degli altri corridori di vertice in questo Tour de France non potevano passare inosservate ai suoi occhi. Vayer in questi giorni non ha usato giri di parole per sentenziare che secondo lui non c'è altra chiave di lettura di quello cui stiamo assistendo sulle strade francesi che il ricorso a pratiche di doping. Questo – è bene ricordarlo sempre – nonostante non ci sia stato un solo test positivo per chicchessia, e il ciclismo è lo sport più controllato di tutti, visto il suo pregresso pieno di scandali.
L'ex preparatore della Festina non ha dubbi, watt alla mano: "Questo Tour puzza di doping"
Vayer ha pubblicato sul proprio profilo Twitter i dati dei watt – che esprimono la potenza esercitata sui pedali dall'azione dei muscoli in un determinato lasso di tempo – di Pogacar e altri. La conclusione non può che essere una a suo dire: "Questo Tour puzza di doping, è il Tour più sporco di tutta la storia del ciclismo, anche al di sopra di quelli dei grandi anni dell'EPO. Dietro Pogacar, 8 corridori sono sospetti con valori tra 410 e 425 watt, inclusi due suoi compagni di squadra che hanno corso per lui ma che sono comunque finiti davanti (!): Almeida 4° con 425 watt e Yates 6° con 421 watt".
"Sul podio due corridori sono nella zona miracolosa, Evenepoel a 437 watt e Vingegaard a 444 watt, a soli 3 watt dal suo Tour vittorioso dell'anno scorso. Era in ottima forma nonostante il ricovero in ospedale. Pogacar è nella zona ‘mutante' oltre 450 Watt, con due exploit da ‘alieno'. Non pensavamo più che ciò fosse possibile. È una regressione. Con 454 Watt standard medi, scalza l'Indurain del 1995 dal suo piedistallo e diventa il detentore del record storico dei più potenti. È surreale. Era inimmaginabile. È ridicolo", conclude l'ex Festina.
La provocazione di Landis: "Dovrebbero restituire ad Armstrong le sue 7 maglie gialle"
D'accordo con lui è Floyd Landis, ex gregario di Lance Armstrong, anch'egli trovato positivo in quegli anni e poi diventato tra i più grandi accusatori del texano. Provocatoriamente oggi Landis ridarebbe i successi tolti ad Armstrong: "I guadagni marginali hanno lasciato il posto a guadagni massimi. A questo punto dovrebbero restituire a Lance Armstrong le sue 7 maglie gialle e forse potremo tutti accettare il ciclismo per quello che è sempre stato e per quello che sempre sarà". Ovvero, è sottinteso, lo sport del diavolo, dove c'è sempre chi lavora nell'ombra per spostare più in là – dove non arrivano (ancora) i test o le norme, vedi il caso del ‘rebreathing' – la frontiera del doping.