I dubbi sulle cause del malore di Colbrelli: “Un’infezione virale può trascinarsi per mesi”
Il malore improvviso e grave che ha afflitto Sonny Colbrelli subito dopo il traguardo della prima tappa del Giro di Catalogna ha riaperto la discussione sulle reali condizioni di salute con cui il campione d'Italia e d'Europa si era apprestato al via. Una serie di voci che discordano sull'integrità fisica, la cui reale tenuta ha dovuto fare i conti con il tragico finale, nei minuti in cui tra convulsioni e un accenno di arresto cardiaco, l'azzurro ha rischiato davvero tanto. A tal punto da avere avuto necessità di un defibrillatore.
Non è ancora chiaro quale sia la vera ragione di ciò che è successo a Colbrelli a Sant Felie de Guixols, lo scorso 21 marzo, traguardo della 1ª tappa della Volta a Catalunya, il Giro a tappe spagnolo che sanciva il debutto stagionale del vincitore dell'ultima Parigi-Roubaix. Si sa solamente che Sonny Colbrelli arrivava da un attacco di bronchite due settimane prima, che lo aveva fermato prima durante la Parigi-Nizza e poi escluso dalla Milano-Sanremo. Ma c'è chi avvalora la tesi secondo la quale, oltre alla bronchite, il dramma sfiorato in catalogna sarebbe figlio anche del Covid, che Colbrelli avrebbe avuto a gennaio. Una notizia, quest'ultima, che non ha mai avuto conferma ufficiale né da parte del ciclista né del suo team ufficiale, la Bahrain Victorious.
Restando, dunque, solamente ai fatti concreti, il malessere di Colbrelli potrebbe essere stato conseguenza dello stress della gara (conclusasi in volata) e uno sforzo fisico eccessivo senza essere guarito completamente dalla bronchite. Un problema, quello del ciclismo professionista – ma anche di tutto lo sport a grandissimi livelli – è che spesso e volentieri agli atleti non è consentito di riposare come si dovrebbe e recuperare al 100% da eventuali malattie. A conferma di questa tesi sono arrivate anche le riflessioni del medico sportivo belga Kris Van der Mieren, medico nazionale del Belgian Cycling, soprattutto sull'impatto di malattie virali, sul fisico degli atleti.
Covid o bronchite poco importa, il fisico necessita di tempo per poter recuperare dalla malattia virale, al di là del grado di allenamento cui è abituato: "Il coronavirus ha un debole per il muscolo cardiaco, ma altri virus possono colpire altrettanto bene il muscolo cardiaco" ha sottolineato Van der Mieren che poi è entrato nello specifico: "Una malattia virale può persistere per mesi dopo l'infezione. Ma per i migliori atleti, la pressione del tempo è grande: nessuno vuole perdere tempo, e si perde meno tempo facendo sembrare di poca entità una malattia. Alla fine però perdi la maggior parte del tuo tempo cercando rapidamente di rientrare il prima possibile, confrontandoti al top".
Perché le parole del dottor Van der Mieren sono importanti a fronte di quanto accaduto a Sonny Colbrelli? Semplicemente ripercorrendo la dinamica di quanto accaduto, anche seguendo i bollettini medici che ne hanno delineato la situazione nell'immediato post arrivo e nel monitoraggio ospedaliero. Poco dopo il traguardo di Sant Felie de Guixols, dove ha chiuso in seconda posizione perdendo in volata, Corbelli ha sentito un improvviso dolore al petto ed è svenuto, circa 50 metri più avanti. Ha subito convulsioni e un arresto cardiorespiratorio ed è stato stabilizzato dalla rianimazione cardiopolmonare e da un defibrillatore, prima di essere stato trasportato d'urgenza all'Ospedale di Girona. Di tutto questo, lo stesso Colbrelli ha confermato di non ricordare più nulla, avendolo vissuto in uno stato di semi incoscienza e un vuoto di memoria.
Secondo la nota diramata dalla sua squadra, Colbrelli è rimasto stabile durante il suo trasferimento in ospedale "per approfondire le sue condizioni di salute", dove è stato sottoposto ad altri controlli. Contemporaneamente, è stata diffusa la nota ufficiale dello staff medico che lo ha assistito durante il malore, in cui si parla di "perdita di coscienza e convulsioni con conseguente arresto cardiaco. È stato subito assistito dall'équipe medica che ha eseguito la rianimazione cardiopolmonare con l'utilizzo di un defibrillatore, ristabilendo la sua condizione". Il tutto dopo solo due giorni dalla rinuncia alla Milano-Sanremo del 19 marzo, a causa dell'attacco di bronchite che aveva decimato tra il 6 e il 13 marzo il plotone alla Parigi-Nizza, dove si erano ritirati, oltre a Colbrelli, altri 20 corridori. Insomma, i dubbi sulla reale forma dell'azzurro restano, al di là di saperlo oggi salvo e in via di guarigione.