Giro d’Italia, protesta dei corridori: “Siamo sulle ginocchia”. Via in pullman e tappa dimezzata
Si sapeva, già quando è stato spostata la corsa rosa dalla primavera all'autunno, che sarebbero state complicate le ultime tappe del Giro d'Italia 2020 a causa delle condizioni atmosferiche e così è stato. I corridori hanno inscenato questa mattina una protesta durante la tappa odierna, la 19esima da 258 km che va Morbegno ad Asti, che è stata più che dimezzata. La gran parte dei ciclisti ha chiesto al direttore della corsa Mauro Vegni di accorciare il percorso per via del grande freddo e della pioggia battente. Ovviamente non è stata una decisione facile da prendere. Perché c'erano alcuni corridori e una serie di team che volevano partire e disputare la tappa regolarmente. Il via dovrebbe essere dato da Vigevano e il via è previsto per le 13.30. Pare che si corra una tappa di soli cento chilometri.
La protesta è nata per via delle condizioni del meteo, alquanto sfavorevoli. Una parte dei ciclisti si sono riuniti e hanno chiesto formalmente la riduzione della tappa. L'organizzazione e la giuria con la supervisione del direttore della corsa hanno valutato e alla fine hanno deciso in un primo momento di neutralizzare la tappa al chilometro 8. Poi mentre la carovana era in partenza verso Milano, si è deciso di posticipare la partenza della tappe alle ore 13.30.
I ciclisti rappresentati da Adam Hansen hanno fatto notare che la tappa più lunga del giro sarebbe stata affrontata sotto la pioggia battente, e con condizioni meteorologiche difficili – e con altre due tappe da disputare. I ciclisti si sono lamentati perché hanno fatto tappe lunghissime, hanno iniziato le giornate prima dell'alba e in parecchi sono sulle ginocchia. E sono stati accontentati tappa ridotta da cento chilometri, con partenza posticipata probabilmente da Abbiategrasso o da Vigevano.
(in aggiornamento)