Giro d’Italia – Capolavoro di Visconti a Vicenza. Nibali sempre maglia rosa
Quando mancano più di 20 chilometri all'arrivo in testa alla corsa ci sono Danilo Di Luca e Rubiano Chavez. Il Giro sta passando su una salitella di quarta categoria che sovrasta Vicenza, i due sono in fuga ma hanno il fiato corto e il gruppo li tiene – come si dice in gergo – a bagnomaria, cioè a distanza di sicurezza: quel tanto che basta per agguantarli con un'accelerata. E' a quel punto, quando manca un chilometro allo scollinamento, che sulla sinistra come un colpo di fionda parte Giovanni Visconti. Mani sulla presa bassa del manubrio, in poche centinaia di metri si riporta su Di Luca e Chavez. Tira i freni, prende fiato, poi manda all'aria prima i sogni dell'abruzzese, poi quelli del venezuelano.
Il finale per Visconti è stato come una cronometro. Da solo contro tutti, con un Pozzato dietro che arrivava in casa e ci teneva a vincere. Ma il siciliano trapiantato in Toscana (come Nibali, dal quale lo separa solo la salita del San Baronto) tiene duro, resiste ai crampi, al dolore e allla fatica immensa. Vince da solo, come aveva fatto tre giorni fa sul Galibier, e all'arrivo si fa il segno della croce. Ai giornalisti che lo intervisteranno dopo lo striscione dirà – quasi incredulo – che la sua è una resurrezione dopo oltre un anno di grandi difficoltà psicologiche.
La lotta per la maglia rosa non ha visto nessuna novità: i migliori sono arrivati tutti insieme, e da domani a sabato se ne daranno di santa ragione per gli ultimi tre giorni decisivi per la vittoria del Giro d'Italia.