Girmay si ritira dal Giro d’Italia: ha un occhio gonfio per colpa del tappo dello spumante
Biniam Girmay passa alla storia per il ciclista più bravo e sfortunato allo stesso tempo. Il 22enne eritreo vinto la decima tappa del Giro d'Italia, è diventato il primo africano ad alzare le braccia al cielo su un traguardo della Corsa Rosa ma la sua favola non ha avuto un lieto fine. Anzi, quello che gli capitatogli è il più beffardo si potesse immaginare. Tragicomico per quel che gli è successo. Mathieu van der Poel, battuto in volata, si è complimentato con lui per la vittoria: pollice verso l'alto ed espressione di congratulazione hanno scandito quegli attimi di gloria.
Tutto molto bello, affascinante, romantico almeno fino alla premiazione, alla euforia e alla malasorte che sul palco gli giocano un brutto scherzo. Il tappo del bottiglione di bollicine scoppia per la pressione, gli esplode in faccia e finisce nell'occhio sinistro… il colpo subito è forte e per il trauma è costretto a recarsi in ospedale. In un attimo passa dall'entusiasmo alla preoccupazione, dalla gioia all'imprecazione per un incidente che macchia il suo successo. Lui sorride e saluta, dissimulando disappunto e dolore. Ma dovrà arrendersi all'esito degli accertamenti diagnostici: non è in condizione di proseguire la corsa. Sulla strada pianeggiante dell'undicesimo tratto, da Santarcangelo di Romagna a Reggio Emilia, non potrà esserci.
L’occhio è gonfio anche se non sembra avere subito danni seri, né ha riportato lesioni. Ieri riusciva appena a tenerlo socchiuso e non ci vedeva. Nonostante tutto Girmay avrebbe ancora continuato a correre. Non si sarebbe mai arreso ma la sua squadra (Intermarché-Wanty-Gobert) non ha voluto rischiasse e a scopo precauzionale gli ha suggerito di dare priorità alla sua salute, a verificare le condizioni dell'occhio. A mettere da parte l'orgoglio, decidendo con la testa e non con il cuore. Peggio di così non poteva andare.
La sua prima esperienza al Giro d'Italia era iniziata sotto i migliori auspici: nella prima frazione era addirittura arrivato a un passo dalla maglia rosa, cedendo allo stesso van der Poel che martedì gli aveva guardato le spalle mentre vinceva. Durante la prima settimana era anche riuscito a conquistate risultati e posizioni di rilievo (due quarti e due quinti posti che avevano fatto seguito al piazzamento d'onore nella tappa inaugurale). A Jesi gli è sembrato di toccare il cielo con un dito, ha vissuto un sogno bellissimo. Trasformatosi in un incubo a occhi (quasi) aperti.