Filippo Ganna e una Parigi-Roubaix spezza ossa: “È come invecchiare di 40 anni in 2 giorni”
"È come invecchiare di 40 anni in due giorni". Non si può spiegare, perché devi esserci dentro col fango fino al collo. Chiedete pure a Sonny Colbrelli. Ma le parole di Filippo Ganna rendono bene l'idea di ciò che può rappresentare la Parigi-Roubaix. Una corsa eroica, che mette a dura prova la resistenza fisica e psicologica del ciclista, dell'uomo solo al comando, del campione che sul pavée sente il cervello che gli balla in testa e il cuore che fa su e giù, del gioco di squadra quando basta poco per finire fuori strada. Al campione del mondo a cronometro è capitato per ben due volte, a causa di una foratura e di qualche altro inconveniente del mestiere (un salto di caetna) che ne ha risucchiato le ambizioni a sessanta chilometri dal traguardo.
S'è fermato ed è ripartito, facendo leva solo sulla potenza delle gambe: Ganna ha dato tutto per non perdere contatto dalla testa del gruppo e cullare quel sogno mai nascosto di avere una targhetta col suo nome nelle docce. È un onore riservato ai vincitori, come da tradizione della ‘classica' in terra francese che sembra portare indietro le lancette dell'orologio fino al tempo e alla visione romantica di uno sport che ha fatto sognare generazioni di appassionati.
"Ho salvato la pelle e questo è stato già importante", il commento a caldo del corridore di Verbania alla Gazzetta dello Sport: ha chiuso al 35° posto a 4'47" dal vincitore, Dylan Van Baarle, che corre nella sua stessa squadra (la Ineos). "Lui è stato un grande – ha aggiunto Ganna -. Io sono stato costretto sempre a inseguire per quanto accaduto. Ho pagato i due grandi sforzi che ho sostenuto per rientrare. Ma contava trionfare con la squadra".
Ganna non avrà nemmeno il tempo di riprendere fiato che dove da giovedì a domenica prossima sarà a Glasgow (in Scozia) dove si svolge la prima prova della Nations Cup su pista, la gara che ha preso il posto della vecchia Coppa del Mondo. Come ci arriverà? La seconda parte del messaggio che ha condiviso sui social chiarisce quali sono le sollecitazioni a cui si è sottoposti quando si affronta una prova come la Parigi-Roubaix: devi essere temprato nell'animo, non solo nel fisico, per uscire indenne e tornare alla base tutto intero.
"Vuoi invecchiare 40 anni in due giorni? – è la domanda ironica che il campione azzurro lancia sui social -. Ossa rotte. Crampi a braccia e mani. E pezzo forte ogni volta che ti alzi è un hoplà? Ho ciò che fa per te, alla modica cifra di una @Paris_Roubaix". Provare per credere.