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Fabio Aru si ritira dal ciclismo a 31 anni, la sofferta decisione: “Pianti e notti insonni”

Alla vigilia della Vuelta 2021 il 31enne Fabio Aru annuncia il ritiro dal ciclismo professionistico al termine della corsa spagnola. Il ciclista sardo ha affidato ad un post su Facebook il suo congedo spiegando il motivo di questa decisione giunta al termine di una tribolata riflessione: “Ora è giunto il momento di godermi un nuovo capitolo della mia vita, accanto alla mia famiglia”.
A cura di Michele Mazzeo
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Alla vigilia della Vuelta 2021 Fabio Aru a sorpresa annuncia il ritiro dal ciclismo. Il 31enne sardo ha affidato il suo congedo ad un lungo post su Facebook con il quale ha rivelato che la corsa a tappe spagnola che prenderà il via domani sarà l'ultimo atto della sua carriera da ciclista. Una carriera che lo ha visto salire due volte sul podio del Giro d'Italia (3° nel 2014 e 2° nel 2015), chiudere nella top-5 un Tour de France (5° nel 2017) e trionfare alla Vuelta (nel 2015) proprio la corsa con cui si congederà dallo sport a cui ha dedicato la sua vita finora.

Ed è lo stesso scalatore sardo a spiegare il motivo di questa decisione, presa senza non pochi patemi al termine di una lunga e tumultuosa riflessione per amore della propria famiglia a cui sente ora il dovere di dedicarsi al 100%:

Vorrei dire tante tante cose in questo momento ma preferisco godermi ogni singola emozione di quello che chiude un capitolo così importante della mia vita. Con il passare dei giorni e del tempo avrò la possibilità di raccontare tutti quelli che sono stati i momenti più belli e brutti della mia carriera sportiva professionistica. Ma ora il punto è un altro.

Ho riflettuto a lungo su quale fosse la decisone giusta da prendere, notti insonni, pianti e quant’altro. Ma se devo essere sincero ho imparato ancora di più ad amare il mezzo e lo sport che mi ha portato a raggiungere traguardi che mai avrei immaginato, lottare con i ciclisti più forti del mondo, viaggiare, conoscere nuove culture, partecipare ed essere protagonista alle Olimpiadi, ecc…E ad oggi nonostante sia qui a comunicarvi questa scelta importante della mia vita posso gridare a gran voce che amo il ciclismo, amo ancor di più andare in bici, amo allenarmi e non ho nessuna intenzione di lasciarla in garage. Ma come tutti gli inizi c’è sempre una fine.

Da quel lontano 5 maggio 2005 sono stato immerso in un sogno e viaggiato a 1000 all’ora; non rimpiango niente, anzi rifarei tutto, e con l’esperienza che ho adesso lo farei ancora meglio. La Vuelta sarà la mia ultima gara da ciclista professionista.

Sono molto orgoglioso di ciò che ho fatto ma essendo un gran testardo avrei voluto fare tanto di più. Una cosa però è certa: ho dato tutto me stesso, sino all’ultima goccia di sudore e lo darò nelle prossime tre settimane. Ora è giunto il momento di godermi un nuovo capitolo della mia vita, accanto alla mia famiglia. Per i ringraziamenti ci sarà tempo i prossimi giorni ma un grazie speciale va a chi mi ha permesso con grandissimi sacrifici di diventare quello che sono. Mia mamma, mio papà e la mia compagna che mi ha regalato il dono più grande che potessi desiderare , la nostra piccola Ginevra.

Grazie per esserci sempre.

Vi voglio bene

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