Esulta come un matto dopo la volata, ma non ha vinto lui: errore crudele dopo 254 km
Benoît Cosnefroy e Michal Kwiatkowski corrono l'uno accanto all'altro. Sbuffano, pedalano con tutta la forza che hanno ancora in corpo. Sono gomito a gomito, così vicino che da sentire il fiato dell'avversario che ansima. Il traguardo della Amstel Gold Race è lì, davanti a loro. Manca poco e in quella manciata di metri sul rettilineo succede di tutto. Il finale è avvincente, tragicomico, beffardo. La vittoria viene decisa dal fotofinish, è questione di millimetri, di una porzione così piccola di ruota che solo l'occhio magico della tecnologia può distinguere. In quella frazione di nulla ci sono gioia e dolore, entusiasmo e delusione, braccia alzate al cielo e un urlo strozzato in gola.
Il successo va al ciclista polacco del team Ineos Grenadiers e per il francese dell'AG2R Citroën Team è un boccone amarissimo. Ci aveva creduto anche per la bella rimonta con la quale aveva annullato la fuga di Kwiatkowski. Dopo 254 chilometri di corsa e una volata condotta in apnea, un errore (tanto stupido quanto crudele) gli ha strappato la gioia dal cuore. Ma non è stato Cosnefroy a commetterlo e quanto avvenuto in quegli istanti è stato davvero surreale: al suo staff arriva una notizia sbagliata, che è lui ad aver trionfato. Gli viene comunicato prima che il mezzo elettronico stronchi ogni illusione e urla per la felicità. Stringe i pugni, salta, si complimenta ma la beffa è dietro l'angolo.
È tutta racchiusa in quei millimetri che lo riportano alla realtà e smentiscono quella soffiata carica di imprudenza: Kwiatkowski lo ha preceduto, la vittoria va al polacco che sul percorso da Maastricht a Valkenburg ha avuto il merito di non mollare mai. "Se inizio a piangere per una cosa del genere allora devo smettere di pedalare – le parole a caldo raccolte da @GaetanScherrer de L'Équipe -. Questa è la mia forza. C'era ancora emozione quando sono salito sul podio. Non c'è niente per cui piangere".
Brucia e fa male ma fa parte del gioco. Nella sua testa Cosnefroy ripercorre, metro per metro, quel finale concitato e si chiede dove mai possa aver sbagliato e, per quanto sia doloroso, non gli resta che accettare il verdetto della strada. "Ovviamente avrei preferito vincere contro Kwiatkowski, ma è stato più veloce di me – il messaggio riportato attraverso i canali della squadra -. Nel complesso come squadra possiamo essere orgogliosi di questo podio. Mi sentivo bene e l’obiettivo era essere lì davanti. Durante la gara ho sentito di essere uno dei più forti".