È morto Gianni Savio dopo una lunga malattia: il mondo del ciclismo in lutto per lo storico ds
Grave lutto per il ciclismo internazionale. All'età di 76 anni, dopo una lunga malattia, è morto lo storico direttore sportivo Gianni Savio. L'uomo che, tra gli altri, ha scoperto e lanciato talenti italiani del calibro di Andrea Tafi, Michele Scarponi e Franco Pellizzotti, e stranieri, da ultimo il vincitore del Tour de France del 2019 Egan Bernal. Ad annunciare la morte del manager torinese classe '48 sono state le figlie Annalisa e Nicoletta con una toccante lettera inviata alla redazione di Tuttobiciweb.it.
Gianni Savio è stato uno degli uomini che hanno dato lustro al ciclismo italiano e internazionale grazie alla sua grande capacità di talent scout unita alla capacità di gestione, economica e sportiva, che lo rendeva di fatto un manager a tutto tondo. Il piemontese aveva cominciato la carriera da direttore sportivo nel 1986 tra le fila della Santini-Cierre, passando poi all’Eurocar-Mosoca-Galli; nel 1992 ha rilevato la direzione dell'allora ZG Mobili-Selle Italia, diventata oggi, dopo vari cambi di sponsorizzazione e denominazioni, Drone Hopper-Androni Giocattoli.
Gianni Savio era un grande conoscitore del movimento ciclistico sudamericano e negli anni ha intrecciato solidi rapporti con vari ministeri dello sport dei Paesi sudamericani, cosa che gli ha permesso di ottenere importanti sponsorizzazioni per la sua squadra e anche di guadagnarsi la chiamata come commissario tecnico della Colombia prima e del Venezuela poi. Ed è proprio da ct della selezione colombiana che il torinese classe 1948 ha ottenuto una delle sue più importanti affermazioni sportive quando Santiago Botero ai mondiali del 2002 conquistò l'oro nella cronometro individuale maschile regalando a lui e alla Colombia quello che ancora oggi è l'unico sigillo iridato della sua storia nei campionati di ciclismo su strada.