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È morto Ercole Baldini: la leggenda del ciclismo italiano che vinse Olimpiadi e Giro

Lutto nel mondo del ciclismo: il leggendario ciclista italiano Ercole Baldini è morto all’età di 89 anni. Nella sua straordinaria carriera vinse anche la medaglia d’oro alle Olimpiadi e un Giro d’Italia.
A cura di Michele Mazzeo
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Ciclismo in lutto per il leggendario ciclista italiano Ercole Baldini che è morto oggi all'età di 89 anni. "Il treno di Forlì", questo il suo soprannome, è stato infatti uno dei grandi protagonisti del ciclismo italiano a cavallo tra gli anni '50 e '60 ed è inserito nella Hall of Fame del Giro d'Italia.

Nei pochi anni da ciclista professionista Baldini fece incetta di titoli e prestigiose vittorie sia su strada che in pista: si aggiudicò il record dell'ora, un Grand Prix des Nations (l'attuale Mondiale a cronometro), un campionato italiano su pista, due campionati italiani su strada, un campionato del mondo su pista, un campionato mondiale su strada, un titolo olimpico in linea (nel 1956 a Melbourne in Australia) ed un Giro d'Italia (nel 1958). Successi che gli consentirono di entrare nella storia di questo sport essendo il primo e unico ciclista ad aver vinto l'oro olimpico, il titolo mondiale ed una delle grandi corse a tappe.

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Storica anche una delle sue prime vittorie da professionista quando in coppia con Fausto Coppi vinse il Trofeo Baracchi in quello che sarà l'ultimo successo della carriera del Campionissimo. La sua stella brillò però solo per pochi anni dato che, dopo aver vinto praticamente tutto ciò che c'era da vincere nei primissimi anni da professionista, la sua parabola discendente cominciò infatti prestissimo a causa di alcune disfunzioni fisiche mai chiarite, si pensa derivanti da complicazioni dell'intervento chirurgico per appendicite cui si era sottoposto nel 1959, che influivano sulla sua forma fisica.

E così, quello che era etichettato come l'erede di Coppi sia per l'eleganza in bicicletta che per la capacità di vincere in ogni situazione, si eclissò velocemente (pur riuscendo a togliersi ancora qualche piccola soddisfazione vincendo tappe al Tour de France e al Giro di Lombardia). Nonostante una carriera breve (si ritirò nel 1964) è però riuscito comunque a ritagliarsi un posto di primo piano nella storia del ciclismo italiano e internazionale. Il ciclismo continuò ad essere la sua vita anche dopo il ritiro prima come direttore sportivo di diverse squadre professionistiche, poi come Presidente dell'Associazione Ciclisti e infine come Presidente della Lega.

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