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Dietro all’addio di Uijtdebroeks alla Bora, storie di bullismo: “Ridevano di lui su WhatsApp”

Il giovanissimo talento di ciclismo, Cian Uijtdebroeks, al centro di un intrigo di mercato, avrebbe lasciato la Bora Hansgrohe per “gravi atti di insulti e bullismo”. Indiscrezioni smentite dal team ma che sono ricche di particolari: “Lo trattavano come un nerd, avevano creato un gruppo per sparlargli dietro”
A cura di Alessio Pediglieri
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La notizia dell'ingaggio del giovane ciclista Cian Uijtdebroeks alla Jumbo Visma senza il consenso della suq squadra, la Bora Hansgrohe ha sollevato il classico polverone in questi giorni di ciclomercato. Il 20enne belga è stato infatti annunciato come nuovo acquisto per il 2024 dal team di Vinvegaard, ma la Bora aveva smentito tutto con un comunicato ufficiale. Ora, dietro al "tradimento" che tanto sta facendo discutere, emergono anche storie di bullismo, ovviamente smentite dalla (ex) squadra di Uijtdebroeks.

Di fronte alla notizia dell'ingaggio di Uijtdebroeks da parte della Jumbo Visma, la più forte squadra del ciclismo professionista di questi tempi, la Bora Hansgrohe aveva risposto ferocemente, smentendo tutto con un comunicato in cui confermava il contratto al belga con scadenza giugno 2024. Ma la realtà è che Uijtdebroeks correrà per i colori della Visma che ha ribadito l'acquisto della talentuosa giovane promessa. E, di fronte al rischio di dover pagare una penale milionaria alla Bora, adesso sono uscite indiscrezioni circostanziate (rigorosamente di nuovo smentite) su alcuni episodi che avrebbero indotto il ragazzo ad abbandonare di fretta e furia la Bora. Storie di discriminazione e di bullismo, motivi che potrebbero portare alla rescissione per giusta causa senza alcuna conseguenza.

Ad alzare il velo sulla vicenda è stato Thijs Zonneveld nel seguitissimo podcast "In het Wiel", in cui il giornalista ed ex ciclista olandese racconta gravi particolari sul recente passato di Uijtdebroeks che lo avrebbero portato all'addio immediato dalla Bora. "Diverse mie fonti affermano che Uijtdebroeks era una sorta di outsider in squadra" inizia Zonneveld, lanciando la classica ‘bomba' giornalistica. "È stato trattato come un nerd dagli altri gregari ma anche dai team leader. Questo perché era estremamente attento su certe cose: valutava maniacalmente la sua dieta, pensava che la sua bici da cronometro non fosse mai abbastanza aerodinamica, o che il suo abbigliamento fosse mai abbastanza buono. a tal punto che comprò lui stesso dei calzini diversi, ritenuti più adatti".

Particolari meticolosi e dettagliati che non si fermano alle sole indiscrezioni. "In squadra pensavano che fosse troppo maniacale. Era come uno studente al liceo che ha prende una A perché ha studiato bene e solo per sentirsi dire: ‘Oh, hai preso di nuovo una A?!' Ma è stato anche vittima di bullismo" E qui Zonneveld entra nel merito con un elemento inquietante: "Un esempio? Durante la Vuelta i suoi compagni avevano creato un gruppo WhatsApp ‘Anti-Cian', senza che vi fosse lui tra i membri così potevano spettegolare su di lui. Un atteggiamento davvero troppo infantile e lui non si sentiva affatto a casa in quella squadra".

Accuse gravissime alle quali la Bora Hansgrohe ha risposto attraverso il direttore sportivo Bernhard Eisel: "Posso negare con certezza al 100%. Certamente non è stato così", ha evidenziato rigettando al mittente ogni riferimento ad episodi di bullismo. Dopotutto, in ballo c'è molto. Al di là del futuro sportivo di Uijtdebroeks, tra Visma e Bora si tratta anche di una questione di meri soldi. Tanti soldi, un milione di euro. Tanto la Bora ha richiesto di risarcimento per la scissione unilaterale del contratto. Che potrà essere evitato solo in un modo: se venissero provati "gravi episodi di insulti e bullismo, violenza o esercizio di pressioni psicologiche non autorizzate dal soggetto", come diversi avvocati dello sport hanno evidenziato. Ora sembra che gli elementi ci siano, spetterà a legali e protagonisti delineare la verità dietro le apparenze.

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