Cosa sta succedendo al Giro d’Italia a causa (anche) del Covid: pioggia di ritiri, lascia anche Vlasov
Un ritiro dopo l'altro. Sembra una reazione a catena. Al Giro d'Italia il domino dei forfait ha portato a 24 il numero dei ciclisti costretti ad abbandonare la "Corsa rosa" per la positività al Covid oppure altri tipi di malessere. È il caso degli ultimi due concorrenti che sono usciti di scena dalla 106ª edizione addirittura a tappa in corso (la 10ª, 196 km da Scandiano a Viareggio): Simone Petrilli (Intermarché-Circus-Wanty) e soprattutto Aleksandr Vlasov (BORA-hansgrohe). Proprio l'abbandono del russo è uno dei più ‘pesanti' perché considerato uno dei favoriti per un posto sul podio.
Vlasov è apparso fin dai primi chilometri in grande difficoltà, inspiegabilmente incapace di tenere il ritmo del gruppo sulle salite considerate anche le sue caratteristiche tecniche. Chi lo conosce, ha avuto una sola sensazione: non deve stare affatto bene per reagire in quel mondo. Dopo 50 km s'è sfilato il numero dorsale e ha messo la parola fine sull'esperienza in questa edizione del Giro.
Qual è la causa di questi ultimi ritiri? Per alcuni non c'è stata alcuna comunicazione ufficiale al momento. Non è escluso possa trattarsi di Covid e di contagi venuti alla luce solo in queste ore, di situazioni di salute compromesse dai sintomi del virus.
In seguito alle positività di Rigoberto Uran (EF Education EasyPost) e Remco Evenepoel (Soudal Quick Step) dopo la crono di Cesena, altri corridori sono stati fermati nell'immediata vigilia della partenza della tappa. Dopo il giorno di riposo su 9 concorrenti complessivi (annoverano anche Uran e il belga), 6 sono stati messi fuori causa dal Coronavirus in queste ultime 24/48 ore: Sven Erik Bystrom (Intermarché-Circus Wanty), Callum Scotson (Jayco AlUla), Würtz Schmidt e Domenico Pozzovivo (Israel Premier Tech). Per Rein Taaramäe (Intermarché-Circus Wanty), Stefan Küng (Groupama-FDJ) non si hanno certezze ufficiali se non questioni di riposo, mentre Oscar Riesebeek (Alpecin Deceuninck) ha riscontrato un'infezione batterica, ma è risultato negativo al Covid.
Una situazione che ha alimentato imbarazzo e polemiche, scandite dall'attacco del medico della Quick Step (Team di Evenepoel) nei confronti degli organizzatori della Corsa per assenza di protocolli di prevenzione. "Negligenza e poca professionalità", sono le parole durissime utilizzate da Yvan Vanmol per descrivere disappunto e proteste. L'esito dei tamponi effettuati durante il giorno di riposo ha dato uno scossone ulteriore alla carovana di ciclisti e, alla luce della mole dei contagi rilevati in questi giorni, non è da escludere che altro ancora possa accadere.