Cosa aspettarsi dal Tour de France 2024, la grande corsa tra cannibali che può fare la storia
Un po’ per caso, un po’ per eventi concomitanti, questa estate del 2024 da un punto di vista sportivo può diventare una di quelle estati da non dimenticare mai più. Una grande storia in questo periodo si sta scrivendo ad esempio nel ciclismo su strada, grazie a un ragazzo sloveno che si è messo in testa di rifare quello che solo Roche, Indurain, Anquetil, Coppi, Merckx, Hinault e Marco Pantani per ultimo, in un 1998 che somiglia molto a questo 2024 per la possibilità di fare la storia nello sport che c’è nell’aria, hanno fatto, ovvero vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno.
Quel ragazzo sloveno è ovviamente Tadej Pogačar (nella foto sotto), che ha iniziato la sua grande avventura il 4 maggio scorso con una sconfitta, premessa che prometteva male. Nella prima tappa del Giro d’Italia 2024, che si concludeva a Venaria Reale ed era nelle corde di Pogačar, a vincere e a indossare la prima maglia rosa è stato il colombiano Jhonatan Narváez della Ineos-Grenadiers.
Il nostro avrà sentito il contraccolpo della sconfitta e messo in discussione il suo grande sogno di doppia vittoria? Per niente. Nella tappa successiva, con arrivo al Santuario di Oropa, Pogačar vince in solitaria, prende la maglia rosa e inizia un percorso inarrestabile, che lo ha visto vincere cinque tappe, senza fare distinzioni fra arrivi in salita e cronometro, battendo anche un grande specialista delle prove contro il tempo come Ganna e conquistare il Giro d’Italia con 9'56" su Daniel Martinez della Bora-Hansgroe e 10'24" su Geraint Thomas della Ineos. Per un corridore come Pogačar, che ha dimostrato di essere un cannibale, vincendo monumento, classiche, cronometro e grandi giri a tappe non è stato uno sforzo immane, ma adesso viene il bello, perché adesso arriva il Tour de France.
Se Pogačar è un cannibale del ciclismo contemporaneo, lui sa che non è il solo, questo è il tempo dei “Cannibali”, ovvero di ciclisti che se si schierano all’inizio della corsa, si giocheranno quasi sicuramente la vittoria fra loro, al netto di eventuali problemi, cadute o volontà di squadra di far vincere qualcun altro. E siccome questo, come detto, è un anno potenzialmente magico, tutti questi cannibali per la prima volta si schierano alla partenza del Tour de France 2024 e quindi ci prospettano uno spettacolo fantastico.
Insieme a Pogačar infatti a questo Tour parteciperanno Jonas Vingegaard (foto in basso), l'unico vero sfidante nei grandi giri a tappe dello sloveno, che è riuscito a sfilargli la maglia gialla per ben due volte negli ultimi due Tour. Il ciclista danese doveva essere il grande favorito della corsa gialla ma una tremenda caduta al Giro dei Paesi Baschi ad aprile gli ha procurato uno pneumotorace e gli ha fatto saltare buona parte della preparazione verso questo Tour. Il suo sogno è crescere giorno per giorno, ma siamo abbastanza convinti che Pogačar non lascerà niente di intentato fin da subito per metterlo in difficoltà.
Poi ci sarà Remco Evenepoel, quello che doveva essere il cannibale numero uno del ciclismo contemporaneo ma che dopo un'altrettanta tragica caduta al Giro di Lombardia del 2020 non ha manutenuto tutte le attese, anche se ha vinto tanto e, tra le altre cose, anche un Campionato del mondo.
Insieme ai primi tre del lotto, come dimenticare Primož Roglič, che ha lasciato la Visma per non dover fare sempre il secondo di Vingegaard ed è approdato alla Bora-Hansgroe insieme a gente come Daniel Martinez e Jai Hindley, per dare fastidio ai grandissimi di cui sopra. Poi non si può non citare la carta della Ineos, sempre giocata su tutti i tavoli del mondo, che questa volta dà le chiavi da capitano a Tom Pidcock, con alle spalle Geraint Thomas e un Egan Bernal in ripresa leggera ma costante dopo un ennesimo incidente che gli stava costante addirittura la vita.
Dopo questo parterre de rois è quasi messo nell'angolo Adam Yates, vincitore dell'ultimo Giro di Svizzera ma per forza di cose semplice scudiero di Pogačar, mentre è saltata per una positività al Covid la presenza dell'ultimo vincitore della Vuelta di Spagna, Sepp Kuus, sostituito come vice-capitano della Visma, la squadra di Vingegaard, da Matteo Jorgenson, la grande speranza del ciclismo americano e vincitore dell'ultima Parigi-Nizza.
Ma questo elenco tiene conto solo dei corridori potenzialmente vincitori del Tour. Per forza di cose bisogna aggiungere altri cannibali che “infestano” il ciclismo di oggi. Alla partenza di Firenze ci saranno anche due che non hanno bisogno di grandi presentazioni, Mathieu van der Poel (foto sotto) e Wout van Aert, i due più grandi corridori contemporanei delle cose di un giorno, che si daranno battaglia quotidianamente per soffiarsi la vittoria.
Gli italiani in tutto questa bellezza, oltretutto in un Tour che ha tre tappe completamente in Italia (per la prima volta la partenza è sul nostro territorio), cosa potranno fare? Purtroppo si sa che il nostro ciclismo su strada maschile è in crisi e al di là della buona forma e dell’ottima stagione di Alberto Bettiol e della garra di Giulio Ciccone porteremo in Francia solo un po’ di buono gregariato e nulla più.
Per essere sintetici e descrivere questo Tour dei Cannibali a cui stiamo per assistere, basti dire che prendendo come range temporale solo l’inizio di questa stagione, al netto dei gravi infortuni patiti da Vingegaard e van Aert , dall’Italia partiranno i vincitori di Strade Bianche (Pogačar), Tirreno-Adriatico (Vingegaard), Vuelta a Catalunya (Pogačar), E3 Harelbeke (Mathieu van der Poel), Giro delle Fiandre (Mathieu van der Poel), Parigi-Roubaix (Mathieu van der Poel), Amstel Gold Race (Pidcock), Liegi-Bastogne-Liegi (Pogačar), Giro d'Italia (Pogačar), Giro del Delfinato (Roglic) e Giro della Svizzera (Yates). Sarà la sfida delle sfide, mai avuta fino a questo momento e magari non più ripetibile per impegni diversi dei vari protagonisti. Per questo motivo godiamocela mentre si fa la storia.