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Controllo antidoping mentre è con la famiglia a DisneyWorld, Miguel Ángel López stenta a crederci

Vacanze amare per il ciclista colombiano Miguel Ángel López, raggiunto da un controllo antidoping a sorpresa mentre alloggiava in un hotel a DisneyWorld con moglie e figli. Una storia raccontata in un video su Instagram dove non ha risparmiato nuove accuse a UCI e WADA.
A cura di Alessio Pediglieri
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Situazione quasi surreale vissuta dal ciclista colombiano Miguel Ángel López che si è visto piombare in hotel gli uomini dell'antidoping mentre stava trascorrendo le vacanze insieme alla propria famiglia a DisneyWorld, in Florida. La storia è stata raccontata dallo stesso corridore sui social, in cui è apparso fortemente indispettito dal fatto, tanto più che  – proprio per presunto doping – è sospeso da cinque mesi a questa parte e non ha mai avuto notizie in merito alla sua posizione: "Trovano il tempo per venire fin qui, ma non per permettermi di ritornare a correre".

Un episodio che nel mondo del ciclismo, da una decina di anni a questa parte, non è poi così inusuale poiché l'UCI ha accettato il protocollo WADA – l'agenzia internazionale per la otta al doping – inserendo come obbligatorio il sistema ADAMS, attraverso il quale tutti i ciclisti professionisti accettano di venire controllati a campione 365 giorni l'anno, 24 ore su 24. Con analisi e verifiche che si intensificano laddove si sono fatti registrare prestazioni vincenti o si è nel pieno della stagione agonistica.

Proprio per questo, Miguel Ángel López ha voluto denunciare quanto gli è accaduto nei giorni scorsi, mentre si stava godendo un periodo di ferie insieme a moglie e figli visitando la Casa di Topolino e degli altri personaggi Disney alloggiando in un Hotel del parco divertimenti. Perché il colombiano non gareggia da mesi ed è attualmente sospeso in via cautelare da tutte le corse dopo essere stato coinvolto nell'Operaciòn Ilex, aperta per l'utilizzo e il traffico di sostanze dopanti. 

López ha sempre negato ogni coinvolgimento diretto sostenendo più volte che non vi è alcuna prova in mano all'UCI che possa dire il contrario: "Non sono a conoscenza delle prove in possesso dell’UCI. Ma so che non ci sono riscontri oggettivi e che tutti i miei test antidoping sono sempre stati negativi". Eppure, ancor oggi, il suo caso è rimasto nel limbo della giustizia sportiva, lasciandolo sospeso e senza aver più saputo nulla da parte delle autorità competenti. Obbligandolo a saltare anche i Mondiali di Glasgow 2023.

Da qui, il fastidio, la sorpresa e la rabbia di venire però raggiunto per test antidoping a sorpresa: "Se si sono presi il disturbo di venire fin qui, che si prendano lo stesso disturbo di trovare una soluzione per il mio caso" ha detto in un video pubblicato su Instagram. "Accelerino la cosa, completino le loro indagini e mi diano la possibilità di tornare a fare quello che mi piace. Non ho nulla da nascondere, sono pulito e non ho nulla a che vedere con il doping. Tutti conoscono la situazione che sto attraversando e oramai sono passati cinque mesi dalla mia sospensione. Ma non so ancora nulla del mio futuro. Ho collaborato, ho fatto tutto quello che l’UCI mi ha chiesto. Ho dato informazioni, mi sono sottoposto a tutti i controlli, che sono stati tanti. Ma niente".

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