Consonni fa tris agli Europei, dopo 2 ori conquista l’argento nell’omnium
Simone Consonni ha dato tutto quello che aveva dentro e ha conquistato un'ottima medaglia d'argento nell'omnium, portando a tre il conto dei trofei ottenuti sulla pista degli Europei di Granchen (in Svizzera) e concedendo il bis dopo Monaco di Baviera. L'azzurro aveva già vinto due ori, nella specialità dell'inseguimento a squadre e nella corsa a punti.
Un ottimo risultato anche alla luce di un particolare: era stato richiamato al mattino dal commissario tecnico, Marco Villa, per prendere il posto di Elia Viviani (in non perfetta condizioni fisiche).
Mancava solo la quarta prova per giocarsi tutto in 100 giri sulla distanza di 25 chilometri, Consonni l'ha chiusa al secondo posto alle spalle del francese, Benjamin Thomas. Dopo le prime tre, infatti, il campione bergamasco s'era piazzato terzo a 98 punti a pari merito con il transalpino (primo oro continentale per il suo Paese in questa edizione), staccato di 4 punti dal leader, l'olandese Van Schip, e di 2 dal transalpino Mora (100).
Il risultato finale – sintesi degli ulteriori parziali dei vari sprint e degli eventuali giri guadagnati – ha visto Thomas svettare sul gradino più alto del podio a 162 punti, seguito dall'italiano (146), dal britannico Perrett (136, medaglia di bronzo), dal tedesco Kluge (134) e dallo spagnolo Mora Vedri (129).
Il resoconto delle quattro prove ribadisce la forza dell'italiano. Nelle due gare del mattino Consonni aveva scaldato i motori lasciando che i muscoli delle gambe lo spingessero al quinto posto nello Scratch e al settimo nella Tempo Race, esiti che sommati lo avevano piazzato ai piedi del podio nella classifica provvisoria, con un gap di appena quattro punti dal podio.
La sterzata decisiva arriva nella seconda parte della giornata, quando Consonni ha ingaggiato i duelli più importanti con Thomas. È andata al francese la vittoria nella Corsa a eliminazione (s'è piazzato proprio davanti all'italiano) e ha poi completato l'opera nella Corsa a punti finale, infilando al collo una medaglia d'oro meritata.
Lodevole la prestazione dell'azzurro che ha provato a reggere il ritmo dell'avversario e, al tempo stesso, quando s'è reso conto competere per l'oro sarebbe stato impossibile, ha saputo gestire nel migliore dei modi la concorrenza e le velleità di rimonta di Perrett, Kluge e Mora. E pensare che era stato chiamato per colmare un vuoto improvviso.