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Tour de France 2024

Compaiono enigmatiche scritte sulle strade del Tour: “Non è normale”. I tifosi si sentono traditi

In queste settimane di Tour de France, le telecamere hanno inquadrato misteriose scritte sull’asfalto delle strade francesi: due parole, “not normal”. Danno il senso del tradimento avvertito dai tifosi del ciclismo.
A cura di Paolo Fiorenza
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Tadej Pogacar corre verso la vittoria al Tour de France 2024 dopo aver annichilito tutta la concorrenza – da Vingegaard ed Evenepoel in giù – con una ventina di giorni di corsa che solo la parola "mostruoso" può descrivere in maniera esaustiva. Il 25enne campione sloveno sta per fare la clamorosa doppietta Giro-Tour: sono 26 anni, un quarto di secolo, che nessuno ci riesce. L'ultimo a fare la leggendaria accoppiata fu il nostro amato Marco Pantani nel 1998. Il romagnolo volava in salita, eppure Pogacar ha letteralmente spazzato via i suoi record di scalata. Qualcosa di eccezionale, che sta riscrivendo la storia del ciclismo. Anzi, qualcosa che "non è normale", secondo molti addetti ai lavori ed anche tifosi. E proprio queste parole – "not normal" – sono comparse in queste due settimane abbondanti di Tour sulle strade francesi, scritte dagli appassionati per lanciare un grido di allarme.

Le scritte dei tifosi al Tour de France: "Not normal"

Le prestazioni spaventose di Pogacar stanno rinfocolando i sospetti che non sia tutto oro quello che luccica: il ciclismo è ormai – a causa del suo pregresso fatto di scandali, squalifiche e vittorie tolte a tavolino – uno sport ‘maledetto', in cui appena qualcuno si staglia sopra la media viene tacciato di fare ricorso al doping. È che nel caso di Pogacar, siamo a valori davvero spaventosi: basti pensare che il capitano della UAE Team Emirates – in occasione della vittoria nella 15sima tappa del Tour – ha abbassato il record di scalata del Plateau de Beille fatto segnare da Pantani nel '98 di quasi 4 (!) minuti, 39'41" contro 43'20". Lo sloveno ha disintegrato quel tempo, trasformando uno dei migliori scalatori della storia del ciclismo in un anonimo corridore del gruppo.

Radej Pogacar all'arrivo della 15sima tappa del Tour de France: ha piallato il Plateau de Beille
Radej Pogacar all'arrivo della 15sima tappa del Tour de France: ha piallato il Plateau de Beille

Le accuse degli addetti ai lavori: lo spettro del doping

"Not normal", scrivono i tifosi del ciclismo sull'asfalto del Tour, parole che si mescolano alle altre di incoraggiamento per questo o quel corridore, ma che colpiscono ben più duramente al cuore di questo sport. Perché hai voglia a dire che sono stati fatti progressi sotto tutti i punti di vista – allenamento, preparazione fisica, biciclette, nutrizione – ma certi valori in termini di watt, ovvero di potenza sviluppata sui pedali, sono davvero altissimi, come mai in passato. Antoine Vayer, ex tecnico della squadra Festina, che ha un seguitissimo account Twitter, ci va giù durissimo: "Immaginate qualcuno che corra i 100 metri in 9 secondi e 37 centesimi. Le prestazioni di Pogacar sono equivalenti".

Tutto quello che non è proibito non è doping: il caso del "rebreathing"

Ovviamente fino a prova contraria lo sloveno e tutti gli altri protagonisti di queste mirabolanti medie – con salite spianate come fossero collinette – sono pulitissimi: il ciclismo è probabilmente lo sport più controllato al mondo e nessun corridore di vertice dell'attuale panorama è mai risultato positivo a un test antidoping. Adesso si parla del "rebreathing", ovvero l'inalazione del monossido di carbonio come strumento di misurazione dei benefici del lavoro in altura, una pratica che tuttavia secondo i sospettosi sarebbe utilizzata non già per misurare il tasso di emoglobina nel sangue ma per accrescerlo tramite un uso costante.

Il punto è che questa pratica non è proibita dalla WADA, dunque non è doping, in qualsiasi modo la si utilizzi, anche se tutti negano che ne venga fatto un uso scorretto. "Not normal", dicono i tifosi del ciclismo che si sentono traditi, ma se non sei testato positivo all'antidoping hai tutto il diritto di andare a testa alta: è la legge. Sperando che non arrivino brutte sorprese a distanza di anni, come tante volte è accaduto in passato.

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