Colbrelli rivive l’infarto: “All’arrivo bevo e mi risveglio in ospedale, salvato da uno studente”
Il film della vita di Sonny Colbrelli è una pellicola che s'interrompe all'improvviso, il taglia e cuci la rimette nel nastro poi riprende a girare dopo un momento di buio in sala. L'immagine del campione di ciclismo che, stremato dalla fatica e infangato, solleva al cielo la bici ed esulta per la vittoria della Parigi-Roubaix è già "vecchia", fa parte di un passato glorioso che non tornerà più, nonostante il cobra di Desenzano del Garda abbia 32 anni.
A marzo 2022 è stato un infarto a mettere una cesura alla sua carriera: il cuore smise di battere all'improvviso e lui crollò sul traguardo della Catalogna. "Ricordo che feci un sorso d'acqua e che mi sono risvegliato in un letto d'ospedale", ha spiegato nell'intervista a Repubblica. "Forse non dovevo fare quella tappa e invece volavo". Adesso ha un defibrillatore sottocutaneo, nel mondo delle due ruote ci può stare ma non più in sella, inforcando i pedali, ragionando di strategia di squadra, fiutando il vento e mulinando le gambe quand'è il momento di partire e lasciare tutto alle spalle.
Colbrelli ci sta da ex corridore che studia da grande, da direttore sportivo, da appassionato e da ‘tecnico' che alla Milano-Sanremo sarà a bordo di una vettura della Bahrain-Victorious e darà così il suo contributo. Non può fare altro, quel malore che ha rischiato di essere fatale ha deciso per lui. La sua vita ha preso un'altra direzione perché il ‘manubrio' s'è piantato: una volta sceso ha capito che non sarebbe più montato sulla bicicletta. "Cerco di farmela piacere", dice l'ex velocista che ha preso la sua esperienza e l'ha messa al servizio della squadra.
Sonny riavvolge la sequenza videoclip e rende grazie a quell'angelo custode che lo ha salvato. Il suo aveva le fattezze di uno "studente di Medicina", un ragazzo appassionato di ciclismo che si trovava lì perché la sorte così ha voluto. Perché non era il suo momento. "Ho scelto la vita, i miei figli – ha aggiunto -. Una scelta facile ma molto sofferta che ho dovuto prendere nel momento migliore della mia carriera".
E parla della Milano-Sanremo con occhio differente, da osservatore esterno che sa come funziona il gioco perché c'è stato dentro finché ha potuto. È cambiata la prospettiva ma l'ambizione è sempre la stessa. Lo sloveno Matej Mohoric è il campione uscente e porta addosso i colori del suo team: "La Sanremo è un vizio, se l'hai vinta vuoi rivincerla. È difficilissimo, per questo molto stimolante". Avrà un rivale molto duro, Pogacar. "Non sbaglia mai l'attimo giusto e ha dalla sua uno scatto bruciante. Però l'anno scorso sul Poggio scelse di attaccare troppo presto". E le cose andarono diversamente.