Colbrelli come Eriksen: la vita è salva ma in Italia con un defibrillatore cardiaco rischia di fermarsi
Sonny Colbrelli è tornato a casa. Il defibrillatore cardiaco sottocutaneo che gli hanno impiantato venerdì aiuterà il suo cuore a non fermarsi più. A correggere le anomalie del ritmo. A non fare brutti scherzi come accaduto il 21 marzo scorso in Catalogna, quando subito dopo l'arrivo al traguardo, al termine della tappa della Volta, si arrestò e per il campione della Parigi-Roubaix si spense la luce. Venne rianimato e trasportato d'urgenza in ospedale a Girona. Gli salvarono la vita ma la diagnosi fu durissima per l'uomo e per lo sportivo: doveva fermarsi, non importa per quanto tempo, ma era necessario farlo. E soprattutto doveva operarsi per evitare che il prossimo collasso potesse essergli fatale.
L'intervento è stato effettuato presso l'unità operativa delle cardiomiopatie genetiche e cardiologia dello sport presso l’Università di Padova. È riuscito perfettamente, come testimoniato dalle parole dei medici che hanno seguito il suo caso. "L'atleta è stato sottoposto a una valutazione clinica, genetica e di imaging completa per identificare la causa dell'aritmia che ha portato all'arresto cardiaco e la terapia più appropriata – si legge nella nota della Bahrain Victorious che riporta le parole del professor Domenico Corrado, direttore dell'Unità ospedaliera -. La decisione di impiantare un dispositivo salvavita è stata condivisa da Colbrelli che ha ricevuto un ICD sottocutaneo. Il dispositivo funziona per correggere il ritmo cardiaco se necessario in casi estremi".
Il peggio è passato, il futuro professionale del ciclista invece è pieno di incognite. Una in particolare è quella più ricorrente, che gli rimbomba dentro e gli ronza in testa: potrà riannodare i fili della carriera laddove si erano strappati per il malore? Riuscirà a tornare quello di una volta? Ce la farà a essere di nuovo in strada? Colbrelli condurrà a casa la riabilitazione, la priorità è rimettersi del tutto e recuperare senza fretta le migliori condizioni.
Quanto alla carriera è molto difficile che possa continuare, almeno in Italia la normativa è molto chiara. La sua situazione è molto simile a quella del calciatore Eriksen, l'ex interista che ha lasciato il club e la Serie A nell'estate scorsa perché nel nostro Paese tornare all'attività agonistica – sia per i rischi relativi alla salute sia per l'impossibilità di ricevere l’idoneità medica legale – è ipotesi remota.