Clamoroso alla Vuelta, l’organizzazione non sa chi è passato primo al traguardo: “Avete un video?”
Nella seconda tappa della Vuelta di Spagna è successo di tutto, episodi che contribuiscono ad alimentare polemiche e perplessità su organizzazione e gestione dell'evento dopo le proteste furibonde dei ciclisti a corredo della cronometro a squadre di apertura. "Pericolosa", "assurda", "non siamo scimmie" sono state le parole usate dal campione in carica Remco Evenepoel per esprimere tutto il proprio disappunto per scelte molto discutibili e condizioni estreme che hanno scandito la corsa: ha inforcato i pedali e se n'è fatto una ragione ma dopo circa 15 chilometri quasi al buio è esploso manifestando profondo disagio.
Nulla rispetto a quanto accaduto nella frazione odierna durante la quale a peggiorare la situazione è stato (anche) il maltempo. La pioggia copiosa e un fondo stradale divenuto infido (causa delle tante cadute registrate) hanno solo peggiorato le cose mettendo in grande difficoltà i commissari di gara: sono stati perfino costretti a rimediare con metodi molto controversi all'impossibilità di stilare una graduatoria esatta dei passaggi a un punto intermedio della tappa per l'assegnazione di abbuoni.
È successo quando, a 9 km dal traguardo, gli organizzatori hanno deciso la neutralizzazione del finale per le intemperie e per la pericolosità della discesa dopo il Montjuic: è stato allora che, nel tentativo di recuperare tutti i tempi hanno escogitato un escamotage poco ortodosso. Perché? Sembrava non ci fosse un cronometraggio ufficiale in cima al Montjuïc. Come hanno rimediato? In assenza anche delle immagini della regia internazionale, che non è riuscita a inquadrare il passaggio dei ciclisti, non è rimasto altro che affidarsi ai video e alle fotografie realizzate con i cellulari dagli spettatori presenti ai bordi della strada.
Scene incredibili, mai viste, che hanno oscurato parzialmente il successo di Andreas Kron della Lotto-Dstny e la maglia rossa di Andrea Piccolo (leader della Vuelta). Nel corredo accessorio entrano anche le forature che hanno appiedato una quindicina di corridori, tra cui anche Evenepoel e Geraint Thomas vittima di un brutto scherzo da parti dei soliti ignoti che hanno disseminato puntine sull'asfalto. "Abbiamo bassa pressione nelle gomme ed è più facile bucare – le parole del belga – ma c'è stato anche chi ha deciso di piazzare piccoli chiodi prima di una curva. All'idiota che l'ha fatto auguro quanto di peggio possibile".
Cosa accadrà nella terza tappa? Dare un'occhiata alle previsione e al drastico cambiamento climatico un po' inquieta. La corsa si dirige a nord nel Principato di Andorra con l'arrivo in vetta ad Arinsal. Da quelle parti le temperature sono calate bruscamente per via anche delle correnti ventose e il meteo addirittura mette in conto la possibilità di neve verso i 2 mila metri.