video suggerito
video suggerito

Ciclismo scosso dalla mega-fusione tra Jumbo Visma e Soudal Quickstep: è per contrastare gli arabi

Appare sempre più imminente l’unione tra i due colossi che hanno monopolizzato la scena internazionale: l’obiettivo è rimanere ad ogni costo ai massimi livelli per contrastare la sempre più pesante mole di investimenti arabi. Che dopo il calcio, stanno provando a cambiare le gerarchie anche nel ciclismo.
A cura di Alessio Pediglieri
33 CONDIVISIONI
Immagine

Il ciclismo potrebbe cambiare per sempre nelle prossime settimane se si concludesse un accordo storico, tra i colossi del momento che monopolizzano e governano la scena internazionale: Jumbo-Visma e Soudal-Quickstep. Da tempo si parla di una clamorosa fusione che unirebbe due dei pro team più forti in assoluto e ricchi di campioni, come Evenepoel, Vingegaard e Roglic. Il tutto è nato più per necessità che per interesse, vista l'esponenziale ascesa, come è avvenuto nel calcio, da parte di multinazionali arabe che stanno acquistando squadre e quote di maggioranza.

In primavera era rimbalzata la notizia che la Jumbo-Visma fosse alla ricerca di nuovi finanziatori per continuare a rimanere ai vertici del ciclismo mondiale anche nel 2024: il team manager Richard Plugge era stato contattato direttamente dal governo saudita per una immensa operazione di mercato. La trattativa prevedeva di inglobare la Jumbo in Neom City, il progetto che verrà concluso entro il 2030 e che è stato voluto dal principe saudita Moḥammad bin Salmān e finanziato dal Public Investment Fund, il più grande fondo sovrano del mondo con oltre 500 miliardi di euro. Poi, tutto si è arenato con il colosso olandese che ha deciso però di cambiare improvvisamente rotta.

Il fronte europeo per contrastare gli investimenti arabi

Così, è nato un vero e proprio fronte europeo a contrasto con il sempre più crescente potere economico e finanziario arabo. Plugge si è messo in contatto con Patrick Lefevere, team manager della Soudal Quick-Step che ha parlato a sua volta con Zdenek Bakala che possiede l'80% delle azioni del team e che secondo Forbes possiede un patrimonio stimato in 1,5 miliardi di euro. Colloqui che hanno poi coinvolto anche il terzo "gigante" del ciclismo mondiale la INEOS, nella figura di Sir Jim Ratcliffe (il cui patrimonio secondo Forbes è stimato a 20 miliardi di euro) proprietario della sqaudra. Alla fine, la INEOS si è defilata ma il fronte anti-arabo è rimasto compatto nel sodalizio Jumbo Visma-Soudal Qickstep che sarebbe oramai in stato avanzato di trattativa per la fusione.

Un podio tutto Visma alla Vuelta 2023: il team ha vinto la corsa spagnola dopo il Giro d'Italia e il Tour
Un podio tutto Visma alla Vuelta 2023: il team ha vinto la corsa spagnola dopo il Giro d'Italia e il Tour

Il ciclismo come il calcio: i signori del petrolio

Dopotutto la minaccia araba è oramai sempre più presente anche nel ciclismo. Che rischia di fare la fine del calcio dove la presenza degli "sceicchi del petrolio" è sempre più massiccia. Il Manchester City in Inghilterra è di proprietà di Sheikh Mansour, il Paris Saint Germain in Francia è di proprietà dell'emiro del Qatar Tamin bin Hamad al-Thani, mentre un fondo di investimento del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman possiede un altro club di Premier League, il Newcastle United. Senza dimenticare che anche il Barcellona ha un grande flusso di denaro dal Qatar, mentre dopo i Mondiali dello scorso inverno, gli investimenti non si sono più arrestati con l'arrivo di Cristiano Ronaldo e, nell'ultimo mercato, l'ingaggio di campioni assoluti del calibro di Karim Benzema, Neymar, Milinkovic-Savic.

Nel ciclismo, l'ascesa araba è già iniziata da tempo con un investimento sempre crescente che rischia di cambiare la geografia di questo sport in modo irreversibile. Mantenere nei prossimi anni gli stessi impegni finanziari con le squadre sponsorizzate direttamente dai petrodollari del Medio Oriente, rischia di trasformarsi un una lotta impari. Già sono presenti come la UAE Emirates di proprietà saudita, la Bahrain Victorious, poi anche la Jayco AlUla e la spagnola Movistar, finite nell'orbita araba con il gruppo STC saudita che ha acquisito il 9,9% nella azienda telefonica iberica nel tentativo di diventare il maggiore azionista del colosso spagnolo delle telecomunicazioni.

ASO e Tour de France, un connubio che dura da un decennio
ASO e Tour de France, un connubio che dura da un decennio

Dal Tour agli sponsor: il ciclismo già in mano all'Arabia

Il ciclismo in Arabia è arrivato grazie soprattutto ad ASO, l'Amaury Sport Organisation ente organizzatore di molti eventi sportivi, soprattutto in Francia, parte del gruppo Éditions Philippe Amaury, editore – tra gli altri – de L'Équipe. La ASO è una potenza nel ciclismo internazionale, visto che è la proprietaria e organizzatrice del Tour de France, che ha dato vita al Saudi Tour, evento annuale divenuto oramai già tra i più importanti, soprattutto per i premi a disposizione. Non solo, perché gli investimenti sono arrivati anche da parte degli enti turistici arabi – spin-off governativi – che si sono espansi anche sotto forma di sponsor, come nel caso della australiana Jayco che ha trasformato il nome del pro team in Jayco-AlUla, dove AlUla è una città della regione di Medina, in Arabia Saudita.

L'ultima frontiera: la fusione, mossa della disperazione

La situazione potrebbe diventare drammatica nei prossimi anni ed è per questo che l'Arabia sta facendo pressing per inserirsi o inglobare le grandi realtà ciclistiche attuali. Nonostante i suoi tanti successi, la Jumbo-Visma stenta a far quadrare i bilanci. In questa stagione ha conquistato il Tour, il Giro, la Vuelta e anche gli Europei, con doversi campioni ma il budget non è sufficiente per restare ai massimi livelli ancora a lungo. Lo stesso Bakala ha regolarmente finanziato le lacune di budget della Soudal-Quickstep dal 2010 ad oggi ma ora urge un cambiamento di rotta. La imminente fusione Jumbo Visma-Soudal Quickstep può aprire il fronte ad altri scenari dove ci saranno sempre meno team ma molto più forti e quotati per contrastare il Medio Orientemvisto che i proprietari e i massimi azionisti di diverse altre squadre sono già in orbita araba, con Sylvan Adams (Israel Cycling Academy), Andy Rihs (Phonak e BMC), Oleg Tinkov (Tinkoff) e Dariusz Milek (CCC) che sfruttano sponsorizzazioni e appoggi che arrivano direttamente dai signori del petrolio.

33 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views