Chirico e Clarke speronati in allenamento da un automobilista, l’ha fatto apposta: “Un criminale”
Ciò che è accaduto a Luca Chirico e Simon Clarke, sulle strade di Varese ha dell'incredibile e si giustifica unicamente con l'ignoranza e l'arroganza di chi ha commesso il fatto, mettendo in pericolo di vita i due ciclisti che si stavano allenando. Un'auto li ha prima avvicinati, per poi frenare di colpo e costringerli alla caduta. Il tutto in pochi istanti, senza possibilità di altre manovre. Per pura coincidenza, però, tutto è successo mentre passava anche una volante delle forze dell'ordine che ha poi fermato la macchina e identificato guidatore e passeggeri.
Spiegazione logica non ce n'è, perché quanto accaduto poteva anche avere conseguenze ben peggiori di un semplice controllo successivo al più vicino Pronto Soccorso per farsi medicare le escoriazioni post caduta. A raccontare quanto accaduto nelle giornata di martedì 2 agosto, lo stesso Luca Chirico, che corre per la Drone Hopper-Androni Giocattoli: su un tratto di strada del varesotto, nei pressi di Porto Ceresio, i due corridori sono stati prima affiancati da un'auto da cui sono partiti improperi e insulti nei loro confronti. Non soddisfatto di tutto ciò, chi era a bordo della vettura ha deciso per il peggio: superati i due ciclisti ha improvvisamente frenato, obbligandoli ad una manovra fulminea di emergenza, con la conseguenza perdita di controllo che poi si è conclusa in una rovinosa caduta quando il mezzo ha sterzato verso l'esterno della carreggiata tagliando loro la strada.
Una scena da film che, purtroppo per gli autori del gesto, è finita malamente: dopo la manovra, l'auto ha proseguito il suo tragitto senza alcun intento di fermarsi ma poco più in là è stata raggiunta da una volante della Polizia che aveva assistito alla scena da pochi metri, dietro ai due ciclisti. Così, il blocco, la verifica dei documenti e l'identificazione di autista (un uomo) e passeggero (una donna). Per l'italiano Chirico e l'australiano Clarke – vincitore anche di una tappa all'ultimo Tour de France – fortunatamente, il tutto si è risolto solamente con un notevole spavento e un controllo di routine in ospedale per le medicazioni del caso.
Fortissimo però, lo sfogo del corridore italiano della Drone Hopper-Androni Giocattoli che non ha avuto mezzi termini nei confronti dei due colpevoli: "MI SONO ROTTO IL CAZZO!
Scusate lo sfogo, ma esser volontariamente speronato da un CRIMINALE non mi sta bene! Sta diventando sempre più pericoloso percorrere le nostre strade per via del normale traffico intenso, ma se in più si trovano questi soggetti, la cosa diventa invivibile! Beccarsi prima insulti, poi il "GENIO" qualche metro davanti ha deciso di inchiodare apposta (una bicicletta non ha la stessa reazione di un'automobile), quindi per non prendere il suo lunotto posteriore in faccia, ho dovuto scartare a sinistra" ha raccontato sul proprio profilo Instagram, mostrando il braccialetto del Pronto Soccorso. "Una volta affiancato al lato guidatore il fatto più grave: DELIBERATAMENTE HA STERZATO VERSO SINISTRA APPOSITAMENTE PER BUTTARMI PER TERRA….e così è stato. Ovviamente è scappato, come un buon codardo farebbe, ma se non fosse stato per il pronto inseguimento da parte delle forze dell'ordine che ringrazio, io me ne sarei stato comunque qui in ospedale, mentre lui a godersi un normale martedì pomeriggio! BASTA A TUTTO QUESTO! Queste son azioni che vanno nel PENALE, con lesioni aggravate per futile motivo ed omissione di soccorso. Ragionate su quello che state facendo, soprattutto alla guida…perché poteva andare molto peggio a me!!"
Già in serata, il corridore della Drone Hopper-Androni Giocattoli si è unito agli altri compagni del suo Team per raggiungere la Repubblica Ceca dove correrà nella giornata di giovedì 4 agosto. Per lui alcune escoriazioni tra gomito e ginocchio, nulla di che in confronto a quanto gli accadde lo scorso anno quando, attorno a ottobre, insieme al suo compagno di squadra Simone Ravanelli, venne investito da una automobile che fuoriusciva da un distributore di benzina: per il trentenne di Varese ci fu la più dura delle diagnosi per un ciclista, la frattura della clavicola.