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“Mi vergogno ancora”. Chiesti 4 mesi di carcere per la donna che provocò la maxi caduta al Tour

Il sostituto procuratore del Tribunale di Brest ha definito la 31enne che provocò la maxi caduta al Tour de France pienamente consapevole di quanto fosse pericolosa la sua azione. Si mise sul ciglio della strada, sporgendosi il più possibile per rubare un’inquadratura e mostrare un cartello (“allez opi omi!”) per salutare parenti anziani.
A cura di Maurizio De Santis
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Quattro mesi di carcere ma con pena sospesa. La donna che ha provocato la maxi caduta nella scorsa edizione del Tour de France se la cava con poco, una sanzione che macchia la fedina penale ma è meno severa di quanto immaginavano alla vigilia dell'udienza (fino a un anno di detenzione, salvo ricorsi e citazioni ulteriori da parte dei corridori coinvolti nell'incidente). La richiesta avanzata dal Tribunale di Brest non calca la mano sulla tifosa che a giugno scorso, a causa di un gesto improvvido, provocò la reazione catena nel gruppo di ciclisti ma ne sottolinea la piena responsabilità.

In buona sostanza, il sostituto procuratore Solenn Briand non ha creduto alla buona fede né alla tesi dell'incoscienza. Anzi, secondo la versione dei fatti presentata alla corte la 31enne era pienamente consapevole di quanto fosse pericolosa la sua azione rispetto agli obblighi di sicurezza. La sentenza arriverà il prossimo 8 dicembre e non dovrebbe essere particolarmente afflittiva rispetto alla tesi dell'accusa. Mettersi sul ciglio della strada, sporgendosi il più possibile per rubare un'inquadratura e mostrare un cartello ("allez opi omi!") per salutare parenti anziani, è stata la cosa più scellerata che potesse fare. "Mi vergogno ancora – ha ripetuto nel corso dell'udienza -. Sono una persona molto riservata e quel che è accaduto è lontano dalla mia persona".

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Impaurita e profondamente dispiaciuta per quanto commesso, la donna fece perdere subito le proprie tracce. Sparì per qualche giorno, liberandosi anche di quegli abiti che erano divenuti indizi per le ricerche: un impermeabile giallo, un cappellino verde, un paio di occhiali scuri di forma rotonda. Le forze dell'ordine intensificarono le indagini restringendo il campo intorno alla donna poco alla volta, servendosi anche delle testimonianze  delle persone sul luogo e dei filmati. Tutto per risalire all'identità della tifosa che si mostrava sorridente pochi attimi prima della maxi-caduta al Tour. Venne arrestata il 30 giugno, su di lei pendeva l'accusa di "lesioni involontarie con incapacità non superiore a 3 mesi per violazione manifestamente deliberata di un obbligo di sicurezza o di prudenza".

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