Chi era Michele Scarponi, l’Aquila di Filottrano che vinceva con lo Squalo dello Stretto
La vita di un atleta si divide in varie fasi, l'apprendistato, poi il periodo di massima espressione agonistica e maturità e poi il tempo in cui, data l'età, capisci che la cosa migliore è lavorare per essere utili alla squadra e al tuo capitano.
Michele Scarponi raccontava così l'avventura e il trionfo di Vincenzo Nibali, amico e compagno di squadra, al Giro d'Italia. Un campione sulle due ruote e d'umiltà, scandita da "un'unica passione per la bicicletta, un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memoria". Durante il il tour tricolore dell'anno scorso, nella tappa decisiva da Pinerolo a Risoul, Scarponi era andato in fuga ma decise di rallentare e attendere che arrivasse il capitano siciliano aiutandolo nella straordinaria rimonta e nella conquista del Trofeo.
L'aquila di Filottrano (così era soprannominato il marchigiano Scarponi, per le doti di scalatore che non temeva la salita e le vette) e lo ‘squalo dello Stretto' "una storia d'altri tempi, di prima del motore quando si correva per rabbia o per amore". L'uno accanto all'altro, e la sequenza videoclip quasi si manifesta dinanzi agli occhi. Una storia bellissima di agonismo, come ai tempi eroici del ‘vecchio' ciclismo, di quelle che i nonni hanno stampate nella mente e raccontano ai nipoti, di quelle virate seppia e nascoste tra le curve della memoria di chi ha i capelli bianchi, di quelle che tracciano i contorni di una disciplina epica ma infangata negli ultimi anni dagli scandali e dal doping sofisticato che anestetizza la fatica.
Un'ombra sulla carriera. Professionista dal 2002, Scarponi firmò un contratto con la Acqua & Sapone-Cantina Tollo (corse con Mario Cipollini) e conquistò il suo primo successo in carriera alla Settimana Ciclistica Lombarda. L'anno successivo fu meno fortunato e il ciclista marchegiano si trovò l centro di una brutta vicenda di doping e sospetti: è l'inchiesta conosciuta come Operación Puerto. Dopo aver ammesso alla Procura del Coni i propri legami col medico Eufemiano Fuentes, nel luglio 2007 viene squalificato per 18 mesi. Terminato lo stop, Scarponi indossò la casacca del Team Diquigiovanni-Androni Giocattoli di Gianni Savio e fu tra i protagonisti di un Mondiale con la squadra allenata da Franco Ballerini.
I trofei in bacheca. Nel 2011, tra le fila della Lampre-ISD, arrivò la vittoria al Giro d'Italia in seguito alla squalifica dello spagnolo Contador, trovato positivo a una sostanza proibita, il Clenbuterololo. Nel palmares di Scarponi figurano tre quarti posti al Giro d'Italia, un successo al Giro del Trentino, una Vuelta della Catalunya, la classifica generale e una tappa della Tirreno-Adriatico e due tappe del Giro d’Italia del 2009. L'ultimo suo successo risale al 2013 al Gp Costa degli Etruschi. Pochi giorni fa, invece, "l'aquila di Filottrano" aveva vinto la prima tappa al Tour of the Alps, la sua prima gara da quando era passato all'Astana, Team di cui sarebbe stato capitano al prossimo Giro d'Italia (5 maggio) a causa dell'infortunio al ginocchio di Fabio Aru.
In allenamento col pappagallo Frankie. Sorridente, così lo hanno ricordato i compagni di squadra e gli avversari. Nel mondo del ciclismo Scarponi era conosciuto anche per le sue doti umane e per la simpatia che manifestava anche in alcuni video che – durante gli allenamenti – lo ritraevano in compagnia del suo pappagallo Frankie. "Vai Girardengo, non si vede più Sante, è sempre più lontano, è sempre più distante…". Ma il tuo ricordo Michele resta vivo accanto a noi.