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Giro d'Italia 2024

C’è un progetto segreto per portare il Giro d’Italia in Arabia Saudita: già scelte la data e la sede

Appena concluso il Giro d’Italia 2024 con lo straordinario successo di Tadej Pogacar e già si parla delle prossime edizione. In cui il Giro potrebbe trasferirsi lontano, in Arabia Saudita: un piano ambizioso sul fronte organizzativo e finanziario senza precedenti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Giro d'Italia 2024 è appena terminato, si sta ancora festeggiando l'impresa epica di Tadej Pogacar che si è imposto in scioltezza al suo debutto nella corsa rosa, padroneggiando la scena in modo impressionante. Ma già si sta lavorando per le prossime edizioni, con l'obiettivo di alzare l'asticella e garantire ulteriore visibilità, spettacolo e garanzie anche per gli investitori e sponsor. Cercando di colmare il gap con la corsa a tappe per eccellenza, il Tour de France. Ed è così che in queste ore è uscito l'ambizioso progetto targato 2026, visto che per il 2025 tutto dovrebbe essere già stabilito.

Il Giro d'Italia 2026, il piano per andare in Arabia Saudita

Gli organizzatori della corsa rosa, RCS Sport, stanno già lavorando alle future edizioni del Giro d'Italia, delineando le località di partenza e le tappe per diversi anni a venire, fornendo una progettazione che dovrebbe attirare investitori e sponsor a lungo termine. Così, già per l'edizione numero 108 è tutto praticamente delineato: partenza prevista da Trieste, diametralmente opposta a quella di quest'anno a Torino, e conclusione classica, di nuovo nella città di Roma. Ma è il 2026 l'anno in cui si stava cullando un progetto unico nel suo genere e nella storia del Giro.

L’idea più audace su cui si stava lavorando era per traslocare il Giro d'Italia in Arabia Saudita, con già definita anche la sede di partenza: la località turistica di AlUla. Un progetto affascinante, dalle infinite risorse e ritorni economici grazie al ricco mondo arabo che non sta lesinando investimenti sportivi negli ultimi anni.

Il Giroo d'Italia in Arabia Saudita: il progetto One Cycling

Da tempo si vocifera che l'Arabia Saudita sia pronta a entrare di prepotenza nel panorama internazionale del ciclismo. Dopo aver aperto all'era del calcio milionario, facendo incetta di campioni prelevati da ogni parte del mondo, il progetto è costruire una propria realtà ciclistica e inserirla nell'universo UCI. Fatta di grandi giri, corse, squadre. Già oggi diversi World Team hanno come sponsor o in partecipazione diversi finanziatori arabi e non è un caso se tra le principali squadre esistono forti realtà come la Bahrain o la AlUla.

Proprio la regione turistica AlUla dell'Arabia Saudita sponsorizza il team Jayco AlUla e il Fondo pubblico di investimento dell'Arabia Saudita (il famoso PIF) diverrebbe il massimo finanziatore del progetto One Cycling. Intanto il ciclismo mondiale è già sbarcato in Medio Oriente: Abu Dhabi ospiterà i Campionati del mondo su strada UCI nel 2028 e i Campionati del mondo su pista UCI nel 2029. 

Il piano B, la proposta di partire dall'Albania

Tuttavia, al momento, questa indiscrezione sembra portarne con sé un'altra: tutto al momento è andato in stand by soprattutto per le attuali incertezze in Medio Oriente, oltre ad una questione logistica e di infrastrutture.

Se dovesse definitivamente tramontare l'ipotesi Arabia, per RCS resta vivo l'interesse di valutare comunque un Giro d'Italia all'estero, almeno nella partenza e nelle prime tappe. Dopotutto non sarebbe la prima volta, ma il classico piano B è totalmente distinto dall'ipotesi araba. Si parla infatti di un accordo con l'Albania per ospitare la corsa rosa nel 2026: gli ottimi rapporti tra i due governi vedrebbero difatti di buon occhio questa possibilità di reciproco interesse economico sportivo.

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