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Borracce, manifestanti e clavicole lussate: è la tappa delle cadute, Vingegaard rischia il ritiro

La 15a tappa al Tour de France è stata caratterizzata da una serie incredibile di eventi: prima una fantozziana caduta su una borraccia dimenticata, poi i manifestanti che bloccano la strada, quindi le cadute, di cui una coinvolge la maglia gialla.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una tappa quasi di trasferimento, dopo le prime salite sulle Alpi che hanno riscritto la classifica generale scalzando Tadej Pogacar dalla maglia gialla finita sulle spalle di Jonas Vingegaard, eppure una tappa che ha rischiato di diventare ancora più decisiva delle micidiali salite del Tour. Con una serie di contrattempi che l'ha resa a suo modo unica: prima, una borraccia persa dal gruppo fa volare in aria il povero Doull, poi i manifestanti in mezzo alla carreggiata fermano i fuggitivi, quindi in mezzo al gruppo la brutta caduta da parte di Kruijswijk, fido scudiero di Vingegaard che qualche chilometro più avanti si ritrova a terra.

Il tutto è accaduto in poco più di mezz'ora a circa 80 chilometri dall'arrivo a Carcassonne quando una serie di imprevisti ha rischiato di far saltare il banco del Tour più di quanto non abbiano fatto – e faranno – le salite da qui a Parigi. Prima la rocambolesca quanto fantozziana caduta del povero Owain Doull che in pieno plotone, "inciampa" in una borraccia lasciata cadere da altri corridori e finita in mezzo alla carreggiata, mandando gambe all'aria il britannico della EF Education-EasyPost. Una scena quasi surreale che segue a quello che si era visto nella 8a tappa al povero Pinot, colpito da una sacchetta di rifornimento in pieno volto.

Scampato il pericolo per Doull passano poche centinaia di metriche i ciclisti in fuga frenano bruscamente in un tratto di strada pianeggiante e in rettilineo. Motivo? Un paio di manifestanti sdraiati a terra e muniti di fumogeni bloccano la carreggiata. La regia internazionale toglie subito la diretta dai soggetti che vengono prontamente trascinati via dai responsabili dell'organizzazione ma la notizia rimbalza sulle onde di Radio corsa e negli auricolari anche del plotone, avvisato dell'improvviso contrattempo – che già si era verificato a 35 km da Megève.

Tanto è bastato per mettere in subbuglio il gruppo dei migliori: mentre i battistrada riprendevano la loro marcia verso il traguardo, le notizie di una possibile sospensione della tappa ha creato più di un problema con alcuni che hanno rallentato la loro andatura, in attesa di saperne di più e altri che si sono trovati arrotati in gruppo, senza preavviso. E' stato il caso di Steven Kruijswijk, l'olandese spalla destra della maglia gialla Vingegaard, che finisce rovinosamente a terra senza più rialzarsi. Per lui, violenta botta alla clavicola destra e ritiro immediato, dopo essere stato trasportato via in ambulanza.

Una giornata nera per la Jumbo-Visma che era iniziata con la notizia del ritiro prima del via da parte di Primo Roglic che, già infortunato alla clavicola, ha gettato la spugna a fine seconda settimana e che è continuata con il ritiro per lo stesso motivo di Kruijswijk, suo compagno di squadra e della maglia gialla Vingegaard. Che a sua volta ha rischiato grosso pochi minuti dopo: la maglia gialla è rimasta inguaiata in una successiva caduta, insieme ad un altro suo compagno di squadra. Attimi di tensione e ansia, poi la ripresa in sella ad un'altra bici gialla e il rientro nel gruppone, malgrado le evidenti escorsioni e conseguenze sulla spalla del leader della classifica generale.

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