Benjamin Thomas, dopo la vergogna dell’Etoile de Besseges: “Noi ciclisti trattati come animali da circo”
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Quanto accaduto nei giorni scorsi durante l'edizione 2025 della Etoile de Besseges, sulle strade nel sud di Francia, il problema sicurezza nel ciclismo professionistico è tornato a suonare a sirene spiegate: ritiro di massa dei partecipanti, di fronte ad una totale mancanza di garanzie per l'incolumità degli iscritti, con viabilità lasciata aperta e automobili che hanno percorso i tracciati della gara, rischiando ripetute tragedie. "Siamo considerati animali da circo" ha dichiarato Benjamin Thomas, plurimedagliato campione francese che corre con i colori della Cofidis: "Hanno messo a repentaglio le nostre vite per 20 mila euro".
Parole durissime, di fronte alla vergogna che è andata in scena per quasi l'intera durata della gara i linea francese: in tre giorni, tre potenziali tragedie, con auto che hanno attraversato – anche in senso inverso – il tracciato percorso dai corridori. Con conseguenti cadute e rischi enormi. Senza ascoltare ragioni, l'organizzazione ha proseguito la gara, con i ciclisti costretti all'atto estremo: ritirarsi in massa dalla corsa, divenuta l'emblema del problema sicurezza che oramai sta rovinando il ciclismo moderno.
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"Stavo parlando con gli altri corridori, anche quelli che si sono ritirati, hanno detto tutti che vogliamo continuare a correre. Ma se vogliamo correre, ora stiamo dicendo che così non è più possibile, senza fare nulla". Dichiarazioni forti da parte di Benjamin Thomas, 29enne campione francese, che ha una voce autorevole in mezzo al gruppo, conquistata attraverso le vittorie: cinque titoli mondiali, due nell'omnium, due nell'americana e uno nella corsa a punti, nove titoli europei Elite, il bronzo olimpico nell'americana alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e l'oro nell'omnium alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Benjamin Thomas si fa portavoce del ciclismo in generale anche attraverso la sua partecipazione al dibattito sulla sicurezza. Denunciando la surreale situazione per ciò che è: "Ho letto che a Bessèges mancavano 20.000 euro per pareggiare il bilancio ed è per questo che hanno voluto continuare… Conosco quanto costano i budget dell'UCI e quando leggo 20 mila euro capisco che delle stupidaggini di questo genere possono trasformare una corsa come l'Etoile de Bessèges in uno spettacolo ridicolo". L'analisi di Thomas è spietata: "Il problema sono le risorse che si tolgono a queste organizzazioni, l'UCI deve prendere una posizione seria e definitiva: deve controllare i percorsi, fornire consigli, dare fondi. E ascoltare i corridori".
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"Non veniamo consultati, riceviamo i percorsi dieci giorni prima della gara, non possiamo cambiare le cose. Il problema di fondo è che noi subiamo le situazioni, siamo come degli animali da circo. Non è stata la prima volta e purtroppo ho vissuto anche io drammi con problemi di sicurezza, cadute… L'anno scorso al Giro d'Italia ci hanno fatto aspettare sotto pressione, a un grado sopra lo zero, al freddo, quando c'era la neve perché chiedevamo rispetto. E l'organizzatore?" ha chiuso amaramente Thomas, "ci ha detto di andarcene e tornare ai nostri team, altrimenti saremmo stati squalificati"