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Andrea Piccolo ammette il traffico di ormoni umani: “Sì, ho portato dalla Colombia quattro farmaci”

Dopo il sequestro di sostanze illegali in aeroporto Andrea Piccolo, giovane ciclista licenziato in tronco dal suo team, ha ammesso le proprie responsabilità: “Ho perso già tutto, sì hanno confiscato i farmaci in aeroporto. Sono pronto ad assumermi le mie responsabilità”. Sospeso a tempo indeterminato, rischia anche una condanna penale.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ciclismo, non solo italiano, sconvolto dalla incredibile vicenda che ha coinvolto nelle ultime ore Andrea Piccolo, oramai ex ciclista della EF Education–EasyPost, il team che ha deciso con effetto immediato di risolvere il contratto con il 23enne di Magenta, "pizzicato" all'aeroporto mentre tornava dalla Colombia con un carico sospetto, in cui sono state ritrovate sostanze proibite e illegali: ormoni della crescita. Di cui ha ammesso il possesso e il traffico tra Colombia e Italia, in una conversazione avuta con il suo general manager, Jonathan Vaughters: "Non voglio nemmeno nominarli ma voglio assumermi la responsabilità di questo gesto".

La notizia resta tra quelle da non crederci e rigetta l'intero ciclismo in pasto ai cannibali del doping: il gesto sconsiderato di Piccolo ha già fatto il giro del mondo e non si tratta di semplici sospetti come si credeva – e si sperava – all'inizio, perché è arrivata la conferma dal diretto interessato, messo al muro dai fatti. Rientrando dalla Colombia, dove si allena in quota e dove risiede la sua fidanzata, è stato fermato in aeroporto e gli sono stati confiscati alcuni farmaci che contenevano ormoni della crescita.

Piccolo dopo il sequestro e il licenziamento: "Ho perso tutto"

Se in principio si pensava ad una sospensione da parte del suo Team, l'americana EF, in attesa di avere maggiori accertamenti sull'accaduto, ogni dubbio è stato sollevato dallo stesso Andrea Piccolo che ha scritto un messaggio privato al suo direttore, Jonathan Vaughters, che poi lo ha reso pubblico a motivazione del licenziamento in tronco: "Jonathan ti parlo sinceramente" ha scritto Piccolo subito dopo i fatti. "Perché ho già perso tutto e ne sono consapevole: ho portato quattro farmaci dalla Colombia che non voglio nominare, voglio assumermi la responsabilità per questo. Li hanno trovati e confiscati all’aeroporto. Cercherò sicuramente di risolvere questo problema perché non sono risultato positivo a nessuna sostanza".

La perquisizione e il sequestro: indagine collettiva di forze investigative

Il fermo di Andrea Piccolo all'aeroporto al rientro dalla Colombia non è certo stata casuale perché il giovane ciclista era finito nella rete di una indagine a largo spettro che riguardava presunti traffici di sostanze proibite. La perquisizione ai danni del corridore è infatti stato il risultato di un'indagine condotta dall'International Testing Agency (ITA) grazie alla sua stretta collaborazione con l'Organizzazione nazionale antidoping italiana (NADO Italia) e alle forze dell'ordine italiane (NAS Carabinieri).

Che cos'è l'ormone umano della crescita e perché è doping

Non solo nel ciclismo ma in ogni altra attività sportiva, l'ormone umano della crescita è severamente vietato nonché bandito, inserito nella lista delle sostanze indicate come doping. Si tratta di un farmaco denominato scientificamente "hGH", una sostanza vietata che appartiene alla classe degli ormoni peptidici S2, fattori di crescita, sostanze correlate e mimetici, inserita dell'elenco di prodotti vietati gestito dalla WADA e adottato dall'UCI.  Nello sport è utilizzato per la sua attività anabolizzante e di stimolo nell'aumentare la massa muscolare. L'hGH è implicato anche nella riduzione della massa grassa per i suoi effetti di lipolisi

Cosa rischia adesso Andrea Piccolo a livello disciplinare

Andrea Piccolo è stato immediatamente licenziato dalla propria squadra e resterà senza percepire alcun stipendio senza nuovi contratti in attesa di giudizio. E' stato anche sospeso in via cautelare dal Tribunale Nazionale Antidoping per "possesso di una sostanza o di un metodo proibiti" e per "uso o tentato uso di una sostanza o di un metodo proibiti". L’UCI ha anche comunicato che ha accolto "con favore questa collaborazione" da parte del corridore che ha ammesso le proprie responsabilità ma valuterà eventuali ulteriori azioni che potrebbero essere necessarie in questo senso. E anche sul fronte penale, Piccolo rischia una condanna per possesso e traffico di sostanze illegali.

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