All’arrivo in volata c’è un dosso, maxi-caduta inevitabile: i ciclisti volano ovunque
Un dissuasore di velocità piazzato lungo il tratto finale ha provocato la maxi caduta dei ciclisti nella seconda tappa della Vuelta de Burgos (in Spagna). Sono finiti tutti giù come fossero pedine di un domino. In tre sono riusciti a restare sui pedali Ricordate il go-down? L'effetto è stato più o meno quello. E l'ultimo chilometro s'è trasformato in un incidente a catena per il groviglio di bici e gambe, corridori scivolati sull'asfalto, doloranti e col rischio di procurarsi lesioni gravi.
Un dosso ha falsato la volata. Che ci faceva lì? Possibile non si potesse spostare il traguardo un po' più oltre o anche un po' prima per evitare una carambola del genere? Possibile che nessuno ci abbia pensato. Forse sì, ma era troppo tardi per il serpentone di ciclisti.
È successo tutto durante quell'ultimo tratto dove dai tutto e, se hai ancora abbastanza birra in corpo, contendi la vittoria gomito a gomito all'avversario che hai accanto. Un paio di tentativi di fuga di Tao Geoghegan Hart, Vincenzo Nibali in buona evidenza, avevano regalato il primo sussulto di un epilogo che nessuno avrebbe immaginato.
Lo sprint è stato tormentato. A poche centinaia di metri dal traguardo di Villadiego, David Dekker della Jumbo-Visma ha però perso il controllo della bicicletta per l'impatto della ruota sulla cunetta ed è stato sbalzato dal sedile. Impossibile per gli altri ciclisti evitarlo, il gruppo serrato e gli spazi ristretti sono stati una trappola.
Le immagini impressionanti descrivono bene cosa è accaduto. Mentre Timo Roosen, Edoardo Affini e Chris Harper (che sono riusciti a restare in sella) s'involavano verso l'arrivo alle loro spalle crollavano tutti. Uno dei primi a saggiare il cemento è stato Davide Ballerini, che si era inserito bene nella scia dei primi tre ma è stato sfortunato. Gli altri, una volta rialzatisi, hanno tagliato il traguardo con distacchi enormi rispetto al tris della Jumbo-Visma.
"Non visto la caduta", sono state le parole a caldo del vincitore, Timo Roosen, che ha attirato critiche a causa della sua esultanza. Le braccia alzate e il pugno in segno di vittoria sono sembrati una caduta di stile considerato l'incidente. Un gesto istintivo per il quale s'è giustificato subito: "Non è così che volevo che la gara finisse. Spero stiano tutti bene".
Domani si correrà la terza tappa tra Quintana Martin Galindez e Villarcayo, con le salite dell'Alto de Cereceda, dell'Alto de Retuerta e soprattutto del Picon Blanco che rendono il tracciato molto duro. La vetta dell'Alto de Bocos è a otto chilometri dal traguardo di Villarcayo.