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Ai campionati nazionali in Albania accade l’incredibile: ciclisti trainati, altri nascosti nei boschi

Agli assoluti nazionali di ciclismo in Albane succede l’inverosimile: corridori trainati dalle ammiraglie e non squalificati, altri nascosti nei boschi per ritornare in corsa nel giro finale, organizzazione che accorcia senza alcun preavviso la gara.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ancora nuove assurde storie attorno al mondo del ciclismo che oramai di giorno in giorno non manca di una narrazione al limite della realtà. L'ultima pazzesca vicenda in ordine di tempo è avvenuta in Albania in occasione dei Campionati Nazionali 2023 che è stata intrisa da feroci polemiche dopo la denuncia di uno dei suoi corridori più rappresentativi, Ylber Sefa.

Se ciò che ha detto alla fine degli Assoluti albanesi corrisponde a realtà, si è davanti ad un clamoroso caso di antisportività che richiederà non solo l'intervento della UCI ma anche un pugno di ferro con squalifiche esemplari. Intanto Sefa, e sua moglie Carolien Vandemoortele, hanno già fatto richiesta ufficiale perché venga aperta una indagine a livello internazionale, con una ricostruzione dei fatti che ha dell'agghiacciante per la corda in linea.

Il giorno prima, lo stesso Sefa aveva effettuato una prova più che convincente e di grande qualità con cui era riuscito a conquistare il primo posto in Elite e U-23 con il tempo di 52'08' nella sfida a cronometro individuale. Poi, nella corsa in linea, è accaduto l'incredibile.

Il primo a denunciare una situazione tutt'altro che chiara è stato lo stesso corridore albanese della Continental Tarteletto–Isorex che si è visto superare nella competizione elite da Lukas Sulaj Klottenburg e Olsian Veliaj, arrivando terzo. Il 32enne che vive oramai da anni in Belgio, lontano dal suo Paese natale per antichi screzi con la federciclismo albanese, ha rilasciato alcune dichiarazioni impressionanti ad alcuni portali sportivi belgi: "Non riesco a capire cosa possa essere accaduto. Ad un certo punto avevo un minuto di vantaggio su tutti gli altri e mancava un giro e mezzo alla fine del percorso. Mancava solamente un tratto composto da lunghissimi rettilinei e dietro di me non c’era nessuno" ha assicurato Sefa. Poil ‘incredibile, tramutatosi in realtà: "Dopo pochissimi istanti invece, me sono ritrovato a ruota diversi corridori. Come hanno fatto? Si sono attaccati a un’automobile dell’organizzazione e si sono fatti trainare".

Un'accusa che però ha ritrovato delle conferme ben precise e che sono arrivate dalla moglie Carolien che era in un auto di supporto che seguiva la corsa. Altre dichiarazioni sconcertanti e ancora più particolareggiate perché la donna le ha vissute in diretta: "Dall'ammiraglia di supporto dove stavo io ho visto che dietro a noi c'era un'altra auto con diversi ciclisti attaccati per farsi trainare. Ho chiesto perché non si intervenisse e il commissario che era con noi ha visto tutto ma non è potuto intervenire squalificandoli subito, perché non era in servizio".

La situazione si fa ancora più assurda quando ancora Carolien Vandemoortele svela altre dichiarazioni raccolte: "All'interno del gruppo che è rientrato in questa maniera, c'era anche un corridore che al secondo passaggio in salita non ce la faceva più, si era piantato. Diverse persone mi hanno confermato che lo hanno visto nascondersi in un bosco laterale alla strada. Poi ha aspettato il nuovo passaggio della corsa ed è improvvisamente riapparso in testa." Davanti a ciò, è scattata l'immediata denuncia all'organizzazione e il clamore delle dichiarazioni alla stampa nei confronti di Olsian Veliaj, uno dei principali avversari di Sefa, poi giutno 2°: "Ad un tratto è riapparso all'improvviso e poi ha chiuso al secondo posto la gara non senza un ultimo fatto più che discutibile," aggiunge Carolien: "Tutti i suoi dati su Strava sono spariti, di certo perché altrimenti si sarebbe scoperto che aveva corso meno chilometri di tutti".

Davanti alle pesanti illazioni, supportate da evidenti fatti realmente accaduti adesso la palla passerà in mano alla Federazione ciclistica albanese ma per Sefa sarà quasi inutile anche perché i rapporti sono oramai incrinati da tempo e le speranze di avere giustizia sono al minimo: "Non lo so cosa accadrà, c'è anche da sottolineare che a pochi chilometri dalla conclusione dell'ultimo passaggio, l'organizzazione ha deciso di togliere il giro finale…" ha sottolineato amaramente Sefa cui resta solo una speranza: "All'arrivo c'è stata molta confusione, alla fine abbiamo contattato l'UCI e anche molti altri giovani corridori ci sono venuti dietro".

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