Accuse feroci di Lefevere al suo ciclista Alaphilippe, “troppe feste e alcool”: denunciato per molestie
Le accuse pubbliche rivolte dal patron della Soudal Quick-Step, Patrick Lefevere nei confronti del suo ciclista Julian Alaphilippe stanno tenendo banco nel mondo del ciclismo, alzando il classico polverone che sta coinvolgendo tutto e tutti. Il direttore del team belga ha preso di mira il due volte campione del mondo, reo di guadagnare troppo e produrre poco: "Troppe e feste e uso di alcool" ha sentenziato il 69enne manager. "Dopo aver firmato il suo mega contratto non si è più visto". Feroce la riposta della moglie del ciclista, Marion Rousse – nonché organizzatrice del Tour femminile – e dell'Associazione Internazionale dei ciclisti che ha denunciato Lefevre per "molestie".
Non è mai stato tenero con le parole e con i giudizi ma questa volta Patrick Lefevere ha attirato su di sé gli strali dell'intero mondo ciclistico che è sceso in piazza a difendere uno dei suoi campioni, il francese Julian Alaphilippe, pubblicamente – e ingiustamente – stigmatizzato dal proprio datore di lavoro. Sì, perché Lefevre è il massimo dirigente della Quick-Step, il team in cui corre Alaphilippe, finito tra gli strali del manager: "Julian sarà anche un bravo ragazzo – ha sentenziato al portale belga Humo – Ma, dopo aver firmato il suo mega contratto non lo abbiamo più visto. Mi piacciono tutti i miei corridori, ma bisogna rimanere corretti e così man mano che invecchi, devi prenderti più cura di te stesso, allenarti più duramente e non puoi gettare la spugna"
Una reprimenda che avrebbe senso e sarebbe accettabile se si fosse conclusa così ma Lefevre ha aggiunto il classico carico: "Troppe feste e troppo alcool… Julian e gliel'avevo già detto che non poteva continuare in quel modo perché altrimenti lo avrei licenziato su due piedi. E poi è sotto l’influenza di Marion Rousse, fin troppo". Un ulteriore attacco che ha colpito nella vita privata di Alaphilippe, perché la donna citata non è altro che la sua compagna nonché direttore del Tour de France Femmes che ha prontamente replicato.
"Quale che sia l’opinione del signor Lefevere nei miei confronti, è inammissibile il suo attacco alla nostra vita privata. Sappia che no, non bevo alcolici, mai. Sappia che non andiamo alle feste perché con un bambino di 3 anni preferiamo essere in forma la mattina. Inoltre non riuscirà, come mi ha già detto, a impedirmi di lavorare per tenermi occupata a stare semplicemente accanto a Julian durante la sua carriera" ha scritto in un post pubblicato sui social.
"Sono entusiasta del ruolo che occupo e sappia che ho molti progetti. E ripeto che in nessun caso permetterò di parlare della mia vita privata. Per favore, ora la smetta di parlare indiscriminatamente e mostri più rispetto e… classe".
Una stilettata che ha colpito nel segno a tal punto che lo stesso Lefevre ha provato a spiegare le proprie parole: "Sono stato frainteso perché nella traduzione dall'olandese all'inglese il mio discorso è sembrato ancor più pesante di quanto non fosse in realtà". Purtroppo per Lefevere , però, non la sola Rousse si è sentita profondamente offesa da quelle dichiarazioni. Anche Pascal Chanteur, presidente dell'Unione nazionale dei ciclisti professionisti, il sindacato dei ciclisti, si è schierato contro il patron della Soudal parlando di "molestie": "È deplorevole che un datore di lavoro possa fare simili commenti contro uno dei suoi dipendenti. Se una cosa del genere accadesse in un'azienda media, il dipendente avrebbe il diritto di presentare un reclamo. Se Julian lo vorrà, è chiaro che faremo tutto il possibile per far valere i suoi diritti nelle sedi opportune".