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A un mese dal ritiro dal Giro d’Italia Evenepoel non è più lui: il Covid ha lasciato segni durissimi

Il campione del mondo si è ritirato dal Giro lo scorso 15 maggio per una infezione da coronavirus. Da allora ha trascorso 2 settimane in ospedale per riprendere le corse dall’attuale Giro di Svizzera, dove ha capito di non essere in forma: “Sto ancora pagando i postumi dell’infezione”
A cura di Alessio Pediglieri
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Remco Evenepoel ha lasciato il Giro d'Italia lo scorso 15 maggio, in una notte alla vigilia del secondo giorno di riposo, dopo la seconda cronometro, vinta con evidenti difficoltà. Colpa di un'infezione da Covid che lo ha debilitato e costretto all'abbandono, tra mille polemiche e illazioni, per potersi curare. A distanza di un mese è tornato in sella, al Giro di Svizzera, corsa a tappe scelta per riprendere la stagione, ma il campione belga sta ancora pagando duramente i postumi del coronavirus.

Se qualcuno nutriva ancora dubbi sul ritiro improvviso e rumoroso di Remco Evenepoel dal Giro d'Italia 2023, in questi oggi dovrebbe ricredersi del tutto. Le attuali prestazioni del campione belga al Giro di Svizzera sono troppo sotto le aspettative per non avere una spiegazione che nasce proprio dal contagio subito a metà maggio durante la corsa rosa. Da quel giorno per Evenpoel è iniziato un lungo calvario per riprendere una condizione fisica che latita a distanza oramai da un mese e che lo sta mettendo in chiara difficoltà.

Il primo segnale di allarme era arrivato dopo la prima cronometro della gara a tappe elvetica dove Evenepoel ha pagato davanti ad uno scatenato Kung che si è preso il miglior tempo e la maglia da leader. Per il belga, che proprio Kung aveva stracciato inesorabilmente sia nella tappa inaugurale dell'edizione 106 del Giro, sia in occasione della seconda cronometro, un segnale sconfortante poi confermato dalla prima frazione in salita, sul traguardo di di Villars-sur-Ollon dove ha provato a vincere, invano.

Il tentativo, il campione del mondo in carica, l'ha fatto ed è l'unica nota positiva di un periodo più che difficile: lo scatto a 7 km dal traguardo, in piena ascesa ha dato la sensazione che Evenepoel fosse finalmente ritornato e invece dopo alcuni metri si è capito benissimo che qualcosa non funzionava, venendo ridimensionato dal danese Skjelmose Jensen, oggi leader del Giro di Svizzera. Un'amarissima conferma che Evenepoel non è ancora tornato ai propri standard, un piccolo grande campanello d'allarme. Il problema è però ancora lo stesso, il Covid, il virus che lo ha costretto all'abbandono in maglia rosa.

"Ho voluto provare in salita per vedere la reazione di Kung e degli altri uomini di classifica anche se la mia squadra era esausta" ha spiegato nel post tappa al portale belga Wielerflits. "Abbiamo iniziato la salita finale tremando, faceva freddo a causa della pioggia. Mattia Cattaneo e James Knox hanno messo un ritmo alto finché hanno potuto poi ho provato io: mi sono preso un po' troppo lavoro sulle spalle e ho pagato quegli sforzi nella parte più dura della salita. E' in quel momento che ho sentito che di non essere ancora eccezionale".

Per Evenepoel il motivo è semplice: il Covid che lo ha colpito al Giro a metà maggio e costretto prima del ritiro e poi a due settimane di fermo da ogni competizione, ha ancora lasciato traccia nel suo corpo con postumi difficili da smaltire: "Sono ancora le conseguenze dell'infezione. Normalmente avrei dovuto avere ancora energie per un nuovo scatto, invece ho vissuto due-tre minuti di piena crisi. Ora però non voglio fermarmi". Per Evenepoel il Giro di Svizzera rappresenta il ritorno alle grandi gare, dove però mancherà il Tour de France: "Avevo impostato tutta la preparazione per essere protagonista al Giro" aveva già ammesso qualche giorno fa il belga. "Non è stata una decisione facile lasciare il Giro, ma non devo nascondermi: i test hanno mostrato che ero positivo e soltanto dopo due settimane ho iniziato a sentirmi bene sulla bici. Con il team abbiamo anche parlato della possibilità di partecipare al Tour ma non ci sono i presupposti: là se ci devo essere voglio farlo al 150%. Oggi lo affronterei senza aspettative".

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