Zoff non ci sta a mettere Buffon sul trono: “Non penso che è stato più forte di me”
Da ieri è ufficiale il ritiro dal calcio giocato di Gigi Buffon: il portiere campione del mondo nel 2006 ha annunciato di aver appeso i guantoni al chiodo a 45 anni di età e dopo 28 di carriera. Immortale, eterno, leggenda: in queste ore non solo l'Italia ma tutto il mondo rende omaggio all'estremo difensore carrarino, che ha vinto tantissimo con l'eccezione – dolorosa, come dimostra il rimpianto per la stagione col PSG – della Champions League.
Buffon è sicuramente tra i più grandi interpreti del ruolo di portiere nella storia del calcio, c'è chi dice il più forte in assoluto e non solo tra i confini nazionali. Tuttavia proprio in Italia c'è qualcun altro che avanza la propria candidatura a sedere sul trono di numero uno, non soltanto di maglia. Qualcuno che ha a sua volta i titoli per sostenere la tesi che laddove si può sedere un re, c'è posto anche per un altro: Dino Zoff.
Quanto a titoli siamo lì, visto che la comune militanza nella Juventus ha consentito ad entrambi di riempire la propria bacheca e anche il friulano si è laureato campione del mondo con l'Italia nel 1982. Tanto esuberante ed estroverso uno, quanto schivo e di poche parole l'altro, che in questo caso le scandisce bene: "I numeri sono numeri e i suoi parlano chiaro: è stato un grande – premette l'81enne Zoff al Corriere della Sera – Ho capito fin da subito con chi avremmo avuto a che fare. Era un portiere completo, nonostante la giovane età. Se è stato più forte di me? Beh, è quello che dicono tutti. Io non la penso così. Diciamo che può andarmi bene un podio con lui ed Enrico Albertosi".
Quest'ultimo – di due anni più grande e che nel 1970 in Messico perse la finale dei Mondiali contro il Brasile di Pelé, dopo aver fatto la storia nel 4-3 alla Germania – ridà lo scettro solitario a Buffon: "Ha battuto ogni record e ha vinto tutto, tranne la Champions. Sono d'accordo col podio di Zoff, ma forse Buffon è stato un po' di più. Quel che è certo è che tre portieri così l'Italia non li riavrà. Che bello quando usciva sui piedi degli avversari. Oggi non lo fa nessuno, hanno paura di rompersi il naso o i denti…".