Zinchenko in lacrime, piange a dirotto: “Fermate la guerra, ogni ucraino sogna che finisca”
Oleksandr Zinchenko non ce la fa più. In conferenza stampa è seduto accanto al commissario tecnico dell'Ucraina, Petrakov. Nel Paese infuria il conflitto scatenato dall'invasione della Russia, mercoledì sera la nazionale giocherà in Scozia una delle partite più importanti della sua storia considerato il contesto bellico e lo scenario internazionale in cui si colloca. In palio c'è la qualificazione alla finale playoff contro il Galles: chi vince può ancora sperare di prendere il volo per il Qatar, chi perde torna a casa. Già… casa. In quel momento il terzino del Manchester City vede dinanzi a sé l'orrore e fa malissimo.
La testa gli scoppia, il cuore batte forte in petto, lo strazio che ha nell'anima gli provoca un groppo in gola. Pensa alla sua terra, alla sua patria devastata, alle notizie che arrivano dal fronte, al massacro dei civili, alla gloria macchiata di sangue, alla speranza e ai sogni finiti sotto le bombe e piange a dirotto. Prova a trattenersi, scuote il capo, lo sorregge con una mano, abbassa lo sguardo, ha un attimo di cedimento, l'umana commozione prende il sopravvento si ogni cosa: che senso ha mai parlare di calcio quando sai che i tuoi cari sono in pericolo di vita? La retorica della gloria e delle motivazione che ti portano a dare tutto in campo potranno forse aggiustare tutto? No.
Qualificarsi alla fase finale della Coppa del Mondo sarebbe eccezionale ma Zinchenko è scosso e lascia che a parlare sia il suo cuore. Da febbraio scorso a oggi ha vissuto in un limbo che è un inferno: "Ogni ucraino sogna di fermare la guerra – dice con la voce rotta dalle lacrime -. Ogni Ucraina sogna che questa guerra finisca". La sua vita è cambiata da quel maledetto 24 febbraio, quando è iniziata l'offensiva militare pianificata e messa in atto dal Cremlino.
Il calciatore dei Citizens sa che una partita di calcio non basta a cambiare le cose ma può essere anche questo il modo migliore per onorare il Paese e far sì che non si spengano mai i riflettori sulla fierezza del suo popolo. "Anche nel calcio abbiamo un sogno. Il sogno è andare al Mondiale e regalare quell'emozione agli ucraini in questo momento difficile. Perché se lo meritano". Il match dell'Hampden Park di Glasgow non sarà come gli altri.
Zinchenko è stato uno dei giocatori fin da subito in prima fila per denunciare quanto stava accadendo all'Ucraina. "Ti auguro una morte dolorosa", disse rivolgendosi al presidente della Russia, Vladimir Putin. Provocò uno tsunami mediatico, riscuotendo consensi e solidarietà in Inghilterra. Mercoledì sera sarà in campo addolorato ma pronto all'impossibile.
Servirà un miracolo. Ne è consapevole il ct dell'Ucraina, Oleksandr Petrakov, che aha ricordato la difficoltà nella preparazione della partita inizialmente prevista a marzo ma spostata a giugno proprio a causa del conflitto. "È stato molto difficile – le parole del tecnico – perché ogni giocatore pensa ai suoi padri, madri e parenti che sono in Ucraina. Ma tutti capiscono quanto sia importante riuscire a fare del nostro meglio e a conquistare un grande risultato".