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Guerra in Ucraina

Zinchenko chiede un sostegno ai colleghi russi ma il risultato è desolante: “Temono la prigione”

Zinchenko ha rivelato in una lunga intervista di aver contattato alcuni colleghi russi, cercando di spingerli a schierarsi pubblicamente contro la guerra in Ucraina. Risultato desolante.
A cura di Marco Beltrami
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Oleksandr Zinchenko come molti suoi connazionali sta vivendo a distanza l'incubo della guerra. L'esterno del Manchester City è sconvolto per quanto sta accadendo nella sua Ucraina e a più riprese ha anche manifestato pubblicamente il suo stato d'animo lasciandosi andare alle lacrime. Tristezza profonda, orrore, rabbia e impotenza: il 25enne non riesce a capire come la popolazione russa possa non prendere le distanze dal suo presidente Putin, così come i colleghi chiusi nel totale silenzio. La paura per eventuali provvedimenti non può essere un alibi per Zinchenko che ha speso parole perentorie, nella speranza di scuotere le coscienze.

Difficile pensare al calcio per Zinchenko che nelle ultime settimane ha ricevuto anche la fascia di capitano dal Manchester City, a testimonianza della vicinanza di tutto il club. Impossibile non essere in costante ansia per la sua terra e i suoi connazionali, che muoiono sotto i colpi russi. In una lunga intervista al The Guardian, il giocatore ha dichiarato di odiare la Russia e soprattutto chi mette in dubbio le responsabilità di Mosca per quello che definisce un "genocidio": "Odio le persone in Russia che cercano di convincere gli altri che le notizie e le immagini sono solo propaganda. È imbarazzante. Come possono dirlo? La gente mi manda le foto dei corpi dei nostri civili morti e rimasti a terra per due settimane. Devono assumersi la responsabilità di un genocidio".

La cosa che fa più male è il sostegno della popolazione russa a Putin. Qualcosa che Zinchenko non riesce ad accettare, e che spiega la differenza dall'Ucraina: "Ho letto che oltre il 70% dei russi sostiene questo massacro. È incredibile. Semplicemente non capisco. Ma questa è la differenza tra Ucraina e Russia. Da quando gioco all'estero, ho sentito dire che noi e loro siamo simili, non è neanche lontanamente vero. In Ucraina possiamo parlare e pensare liberamente e continueremo a farlo quando ricostruiremo il nostro".

Il duttile esterno del Manchester City ha provato a più riprese a convincere anche in privato alcuni colleghi russi, invitandoli a prendere posizione e ad uscire dal silenzio. Un buco nell'acqua, con tanti che hanno spiegato di temere possibili ritorsioni da parte delle autorità del proprio Paese: "I soldati russi non sanno perché sono in Ucraina, per cosa e chi combattono. I giocatori? Alcuni mi hanno detto che non possono fare niente, ma non è così. Rimanere in silenzio vuol dire sostenere ciò che sta accadendo in Ucraina in questo momento e io non riesco a capire. Forse hanno paura, sui social vediamo immagini di russi che vengono portati in prigione se protestano, ma i calciatori hanno un seguito enorme, se si schierassero contro la guerra pensare che li arresterebbero? Non lo farebbero ed è incredibile che non dicano nulla".

E allora agli ucraini non resta che resistere e combattere. Nessun passo indietro anche da Zinchenko che sta partecipando attivamente alla raccolta fondi per il progetto "World Sports for Ukraine". Un modo per sostenere a distanza chi sta lottando contro l'invasione russa: "Gli uomini si sono arruolati, pronti a combattere con qualsiasi cosa. Non rinunciano alla difesa della loro terra, delle loro case, dei luoghi dove sono nati e cresciuti. È la nostra mentalità e io sono orgoglioso di far parte di questo Paese. È un incubo quello che sta accadendo. Hanno ucciso i nostri civili. Hanno ucciso i nostri figli. Hanno violentato donne e ragazze. Non riesco nemmeno a descrivere cosa provo per loro". E per chiudere non manca anche un consiglio ai Paesi europei, per arginare concretamente Putin: "L'Europa deve smettere di acquistare gas e petrolio dai russi; stanno solo investendo nella guerra. È importante isolarli da tutto".

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