Zinchenko avrebbe voluto combattere in Ucraina: ora può dare una gioia immensa a tutta la sua gente
Dopo le lacrime versate in conferenza stampa prima di Scozia-Ucraina, ricordando quanto fosse importante partecipare alla coppa del mondo per tutta la gente che sta soffrendo nel suo Paese, Oleksandr Zinchenko mercoledì ha dato tutto se stesso per contribuire alla vittoria dell'Ucraina, che è valso il passaggio in finale di playoff contro il Galles. Il terzino del Manchester City però sarebbe potuto anche non esserci a combattere in un campo di calcio, ma a farlo proprio al fronte di guerra. Il 25enne infatti, disperato per la situazione nel mese di marzo, era del tutto deciso nel tornare in patria a combattere in prima linea.
Ci è voluto molto per convincere Zinchenko a rimanere in Inghilterra e a continuare a giocare per il City, grazie alla preziosa spinta di familiari e amici. Il calciatore ha comunque fatto di tutto per stare con il cuore il più vicino possibile alla nazione. Poco prima di una partita di Premier League, ha inviato un messaggio a un amico per chiedere se potesse aiutarlo a caricare i camion che portavano beni essenziali in Ucraina. Ha anche fatto una donazione considerevole alla banca nazionale e ha collaborato con un altro calciatore per ottenere forniture vitali in prima linea. La sua grande emozione è scoppiata anche nel giorno del trionfo per il titolo di Premier, quando ha avvolto il trofeo nella bandiera blu e gialla.
Ma non è tutto. Il terzino ucraino è stato talmente coinvolto emotivamente che, nei suoi giorni liberi, è stato sempre in contatto con i soldati ucraini che avevano deciso di aiutare il proprio Paese a difendersi. Ha anche già promesso a tutti loro che organizzerà una grande festa a Manchester per loro, non appena la guerra sarà finita. Rimasta poi nella memoria di tutti la sua frase rivolta al presidente russo Putin: "Ti auguro una morte lenta e dolorosa".
Ma ora il terzino deve continuare a concentrarsi sul campo di gioco. Domenica ha un'enorme occasione e responsabilità sulle spalle. Ma questa viene subito compensata con la dolce sensazione nel poter continuare a sognare di riportare una grande soddisfazione sportiva alla sua gente. Come un fascio di luce che attraversa la sofferenza della guerra.