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Zidane come Beckenbauer e Cruijff, fuoriclasse in campo e in panchina

Nel corso della storia del calcio molti campionissimi non sono riusciti a ripetere nelle vesti di allenatore le imprese che li hanno resi immortali quando indossavano gli scarpini. C’era grande scetticismo intorno a Zinedine Zidane, che era stato paracadutato sulla panchina del Real Madrid come “uomo della società” ma il francese è stato in grado di sovvertire questa tendenza.
A cura di Vito Lamorte
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Il calcio è selezione. Su questo non ci sono dubbi. La prima avviene a livello naturale, nel rettangolo verde e in base alle capacità, quelle successive si basano su scelte fatte dalle società e dagli allenatori. L’allenatore, appunto. L’uomo più esposto alle critiche dei tifosi nell’organigramma di una squadra di calcio, che sia Champions League o Terza Categoria. L’uomo al timone di una rosa di calciatori è spesso solo e le sue scelte sono sempre motivo di discussione e in un mondo in cui si vede e pensa calcio dalla mattina alla sera i nomi degli allenatori sono sempre sulla bocca degli appassionati: dalle tv ai giornali passando per le radio nazionali e locali fino ai tifosi del bar dello sport. Bisogna avere un certo carisma e una certa tempra per fare questo mestiere e, soprattutto, non ci si improvvisa allenatori.

Nelle ultime ore si parla molto, ma non troppo, di Zinedine Zidane, che al ritorno sulla panchina del Real Madrid ha vinto la Liga numero 34 del club e ha ripreso la sua marcia vincente dopo le tre Champions League di seguito: adesso sono 11 i suoi trofei in panchina. Zizou aveva preso il posto di Rafael Benitez il 4 gennaio 2016 e aveva riportato in auge il dibattito sul filone dei calciatori che dopo aver appeso gli scarpini al fantomatico chiodo si sono spostati davanti sulle panchine nelle vesti di coach. C'erano molti dubbi in merito alla scelta di Florentino Perez, in tanti avevano dipinto il francese come "uomo della società" ma gli stessi sono ben presto saliti sul consueto carro, e sul fatto che il francese fosse in grado di allenare e portare alla vittoria la Casa Blanca. Il valore in campo dell'ex calciatore non è mai stato in discussione, anzi, ma in tanti erano curiosi di vedere Zizou nelle vesti di manager soprattutto dopo che gli almanacchi ci hanno regalato non grandissime performance da parte di alcuni fenomeni che poi hanno intrapreso la carriera da allenatore.

Maradona e Platini, meglio il campo della panchina

I due esempi lampanti sono Diego Armando Maradona e Michael Platini: le esperienze alla guida delle rispettive nazionali degli ex numeri 10 sono state disastrose. L’ex Pibe de Oro è stato selezionatore dell’Argentina dal 2008 al 2010 e tutti ricordano l’eliminazione fragorosa per mano della Germania nel Mondiale in Sudafrica ma non sono particolarmente benevole con Diego nemmeno le esperienze in Argentina a metà anni '90 e quella attuale al Gimnasia y Esgrima La Plata, oltre a quella in Messico. Stesso discorso per Le Roi, che ha ricoperto il ruolo di commissario tecnico della Nazionale francese dal novembre 1988 al giugno 1992 con pochi frutti.

Un altro mostro sacro come Zico non ha avuto molta fortuna come allenatore e nelle sue esperienze in panchina tra Giappone, Turchia e Russia può vantare nel palmares un campionato turco, uno uzbeko e una Coppa d’Asia. Pelé, per sua scelta personale, non si è mai cimentato nelle vesti di coach mentre Bobby Charlton ha fatto un brevissimo percorso senza risultati degni di nota.

Beckenbauer e Cruijff, sempre fuoriclasse

Fino all'exploit di Zidane le uniche eccezioni erano Beckenbauer, Cruijff e Di Stefano. Il Kaiser nella sua decennale esperienza da trainer ha vinto una Coppa del Mondo con la nazionale tedesca (Italia ’90) oltre ad un campionato tedesco e una Coppa UEFA con il Bayern Monaco. Dopo essersi ritirato don Alfredo si dedicò alla conduzione tecnica di svariate squadre e in 24 anni ha vinto 5 titoli nazionali (2 campionati argentini, 1 campionato spagnolo, 1 Supercoppa di Spagna e un torneo di Segunda División) e uno internazionale (Coppa delle Coppe nel 1979-1980 con il Valencia).

Un discorso diverso va aperto per Johan Cruijff, visto che l’olandese non è stato solo l'allenatore delle squadre per cui ha anche giocato ma l'uomo che ha lavorato su una tradizione calcistica che ancora oggi è frutto di studio e evoluzione. Nella bacheca da allenatore dell'olandese ci sono 4 Liga, 3 Supercoppa di Spagna, 2 Coppe d’Olanda, 2 Coppe delle Coppe, una Coppa di Spagna, una Champions League e una Supercoppa Europea.

Perché il fuoriclasse non sempre riesce ad allenare?

Ricordate "Fuga per la vittoria", film ispirato alla partita della morte tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell'aviazione tedesca Luftwaffe, quando alla fine del primo tempo della partita tra il ‘mister' Michael Caine cerca di far capire alla squadra quali movimenti dovesse fare? Ad un certo punto Pelé si avvicina alla lavagna e, disegnando una linea, dice: "Mister, gli dica di darmi la palla a centrocampo e poi io faccio così, così, così, così e… gol".

Ecco, in maniera molto enfatizzata, quel modo di essere protagonisti in campo non è lo stesso in panchina: la capacità di risolvere le partite con una giocata, un'intuizione, non è paragonabile alla freddezza e alla lucidità che bisogna avere in panca per operare cambi, modificare la posizione degli uomini in campo e prendere di petto situazioni spigolose all’interno e fuori dallo spogliatoio.

Fino a poco tempo fa sembrava esserci un’ipotetica linea storica che vedeva più capace di affrontare meglio la panchina chi aveva avuto una carriera lontano dai riflettori e dalle prime pagine. Gente come, solo per citarne alcuni, Marcello Lippi, Pep Guardiola, Carlo Ancelotti, Vicente del Bosque, Giovanni Trapattoni, Antonio Conte, Massimiliano Allegri, Diego Pablo Simeone, Jurgen Klopp e Luis Enrique che ha calpestato altre zone di campo rispetto ai fuoriclasse citati in precedenza e che si è dimostrata in grado di saper leggere il gioco prima, sia in campo che fuori.

All'ultima generazione di allenatori si è aggiunto Zinedine Zidane, che a cavallo dei due secoli ha disegnato calcio come pochi e si è attesto in numerose classifiche dei calciatori più forti della storia. Dopo il biennio straordinario 2016-2018, il francese è tornato al timone del Real l'11 marzo 2019 e poco più tardi di un anno ha vinto per la seconda volta la Liga. Zizou è l'eccezione che conferma la regola dei fuoriclasse che non sono in grado di superare la prova della panchina? Al campo l’ardua sentenza, come sempre, ma bisogna ammettere che, come qualche giorno fa ha scritto Jorge Valdano,"è tempo di riconoscere che Zidane è il miglior allenatore possibile per qualsiasi Real Madrid".

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