Zaniolo ricorda il dramma nascosto dell’infortunio: “Non riuscivo a parlare con i miei genitori”
Nicolò Zaniolo sarà uno dei grandi protagonisti della semifinale d'andata di Conference League che la sua Roma giocherà contro il Leicester. Al King Power Stadium il talento giallorosso non sa ancora se scenderà in campo dato che Mourinho è ancora indeciso su chi schierare tra lui e Sergio Oliveira. Nel frattempo però, alla vigilia della gara in Inghilterra, Zaniolo ha parlato nel corso di un'intervista rilasciata al sito della Uefa. La vittoria della Conference League è uno degli obiettivi, neanche tanto nascosti, della Roma e dello stesso talento giallorosso.
"Sono forti, corrono tanto. Noi però abbiamo dimostrato di potercela giocare con chiunque, non abbiamo paura" ha dichiarato il giocatore che ha poi aggiunto: "Abbiamo giocato tre semifinali europee, è arrivato il momento di prenderci la finale – spiega prima di dichiarare l'obiettivo suo e del club – Sarebbe motivo di grande orgoglio, un punto di partenza non un punto di arrivo. Anche per i tifosi vorrebbe dire tantissimo, 14 anni di attesa per vincere un trofeo sono un po' troppi". Ma è stato anche il momento per parlare d'altro.
Zaniolo infatti ha poi aperto l'argomento relativo ai suoi due infortuni. La rottura del legamento crociato e poi quella successiva in Nazionale poco prima dell'inizio del campionato, che gli ha anche precluso di partecipare agli Europei, è stato un trauma difficile da superare e che lui ricorda ancora benissimo: "La rottura del legamento crociato credo che sia uno degli infortuni peggiori che possa capitare a un calciatore – ha raccontato – Il primo è stata una bella batosta perché ero nel pieno delle forze, dell'entusiasmo, della fiducia, stavo facendo molto bene".
Ma quello subito con la maglia dell'Italia è davvero indimenticabile: "La botta vera e propria l'ho presa al secondo infortunio – spiega – Per i cinque o sei giorni successivi sono stato in casa e facevo fatica a parlare anche con i miei genitori, ero completamente scioccato". Nonostante la batosta, il fantasista giallorosso cerca di andare oltre: "Questi infortuni però mi hanno fatto crescere soprattutto come persona – ha raccontato – L'importante è mantenere l'equilibrio sia nei momenti belli che in quelli meno belli: non bisogna sentirsi alle stelle né l'ultimo della terra quando le cose vanno male".
Importante nella sua ripresa e crescita anche in questa stagione, nonostante diversi momenti no, è stato José Mourinho. Il tecnico dei giallorossi ha contribuito alla sua crescita definitiva: "È uno degli allenatori più forti al mondo – ha detto – Ci fa stare sempre sul pezzo, ci tiene uniti per portare a casa i risultati. Speriamo di vincere qualcosa con lui".