Zaniolo inchiodato dalla FIGC: “Ha oltrepassato il limite della decenza”
"C'è solo una cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé", faceva dire Oscar Wilde a Dorian Gray nel suo celeberrimo romanzo. Ecco, diciamo che Nicolò Zaniolo non corre quest'ultimo rischio, visto che da quando 4 anni fa è arrivato alla Roma dall'Inter nell'ambito dell'operazione Nainggolan fa continuamente notizia, dentro e fuori dal campo. Prodezze, infortuni, lacrime, la Juve e il pizzino di Paratici, e ancora amori, figli, faide social. A 22 anni ancora da compiere, l'attaccante nato a Massa non si è fatto mancare davvero niente.
Gli ultimi giorni sono stati un concentrato dello ‘zaniolismo' all'ennesima potenza. Nell'ordine ci sono stati: il gol decisivo al Feyenoord per consegnare la Conference League alla Roma, gli eccessi durante i festeggiamenti per le vie della capitale, il sorriso complice sul pullman quando i tifosi hanno intonato un coro volgare nei confronti della sua ex fidanzata ed attuale compagna di Zaccagni Chiara Nasti, la replica altrettanto biasimevole di quest'ultima via social, ed infine il forfait dalla Nazionale alla vigilia del match di domani contro l'Argentina, "a causa di una botta presa alla caviglia", nell'inseguirsi di voci su un provvedimento punitivo da parte di Mancini, che peraltro ieri ha mandato a casa anche lo stesso Zaccagni, ugualmente in via ufficiale per problemi fisici.
Nel suo ultimo messaggio social, Zaniolo ha provato a lasciarsi alle spalle tutto questo trambusto – "ora è tempo di ricaricare le pile per iniziare al massimo la prossima stagione" – ma c'è qualcuno che non è disposto a chiudere così in fretta le ultime vicende, in particolare quanto accaduto sul bus della Roma durante la parata di giovedì scorso. È la Federcalcio, che attraverso i suoi organi di giustizia sportiva ha prima aperto un fascicolo sul giocatore e poi concluso velocemente le indagini, contestando all'attaccante giallorosso la violazione dell'articolo 4 del Codice di Giustizia Sportivo, "ovvero del dovere fatto a ciascun soggetto dell'ordinamento federale di comportarsi in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva nel rispetto dei principi di lealtà, probità e correttezza".
Questo si legge nella comunicazione di fine indagini della Procura Federale inviata al calciatore, così come è stato fatto anche nei confronti dei quattro giocatori del Milan sottoposti a procedimento analogo per quanto fatto durante la festa Scudetto rossonera. Nell'atto, il cui contenuto è riportato da Il Tempo, si legge che Zaniolo è accusato di "aver impugnato un microfono e intonato a gran voce, verso i tifosi festanti, un coro dal contenuto ingiurioso e offensivo verso la società S.S. Lazio S.p.A. quale: Lazio Lazio vaffa****". Nessun riferimento invece al becero coro contro Chiara Nasti, occasione in cui il giocatore si era limitato a partecipare solo con un sorriso compiaciuto.
Zaniolo viene additato dalla FIGC come persona responsabile di un comportamento "grave e sconveniente", avrebbe inoltre "oltrepassato il limite della decenza, del buongusto e della goliardia". Anche la Roma è coinvolta per responsabilità oggettiva, perché secondo la Procura avrebbe "omesso di esercitare un preventivo potere di verifica e controllo sui comportamenti dei propri tesserati", stessa accusa rivolta anche al Milan per la condotta dei propri calciatori. Anche nel caso di Zaniolo, come per i rossoneri, si va verso una sanzione pecuniaria, con le parti che potrebbero accordarsi per evitare il processo davanti al Tribunale Nazionale. Ma è chiaro che non è certo la probabile multa il motivo di preoccupazione per il romanista, quanto l'ammonimento di Mancini: con questi atteggiamenti non si fa tanta strada in Nazionale.