Zaniolo apprende dell’interrogatorio di Tonali e ha paura di essere arrestato: lui è sicuro di sé
Umana, umanissima, la reazione di Nicolò Zaniolo nel mezzo della tempesta abbattutasi su di lui per il suo coinvolgimento nella vicenda delle scommesse illegali. Il calciatore ex Roma è indagato dalla Procura di Torino per aver giocato su piattaforme non autorizzate, esattamente come Fagioli e Tonali (mentre ad ora dagli ambienti giudiziari piemontesi non è confermato nessuno degli altri nomi fatti da Corona nelle scorse ore), e rischia al massimo una sanzione economica per il reato di "esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa" (art.4 legge 401/1989).
E tuttavia pur sempre di un ragazzo di 24 anni parliamo, di qualcuno che ha sempre vissuto in un mondo in cui l'abbondanza di denaro sembrava uno scudo a molti dei problemi che affliggono le persone con meno disponibilità e fama. Ed invece il mondo è crollato sotto i piedi di Nicolò, tutta quell'ovatta che lo avvolgeva si è dissolta e il risveglio nella realtà è stato durissimo. E allora, quando ha appreso del lungo interrogatorio di Sandro Tonali da parte dei PM torinesi che indagano sulle scommesse – tre ore e mezza in cui l'ex calciatore del Milan è stato torchiato per bene – Zaniolo ha avuto il più brutto dei pensieri: "E ora che succede, mi arrestano?".
La reazione dell'azzurro – riportata dal Corriere dello Sport – è stata tanto ingenua e spontanea quanto sincera. Zaniolo si è ritrovato improvvisamente inghiottito da qualcosa di molto più grande, lui che pensava solo di "giocare a poker e blackjack", sia pure su siti illegali. L'attaccante dell'Aston Villa è sicuro di sé, di quello che ha fatto e di quello che non ha fatto: solo quei giochi d'azzardo, ma nessuna puntata su calcio, mai e poi mai. Dunque ok l'inchiesta della giustizia ordinaria e l'esposizione mediatica pesante, ma Nicolò e i suoi legali insistono che dal punto di vista sportivo non c'è nulla da temere.
Se dall'analisi approfondita dei dispositivi sequestrati non uscirà niente che smentisca la sua versione, Zaniolo non rischia nulla da parte di Chiné: non la squalifica patteggiata da Fagioli (12 mesi, 5 dei quali commutati in prescrizioni alternative, e una ammenda di 12500 euro), né quella che patteggerà Tonali (probabilmente più lunga per aver giocato su partite del Milan, si potrebbe arrivare ad un anno effettivo di lontananza dai campi). I suoi due colleghi hanno ammesso di aver scommesso sul calcio e dunque sono incappati nell'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva, Zaniolo giura di no, il che lo salva da conseguenze sulla sua carriera, fino a prova contraria.
"Nicolò, ma tu che hai fatto?", gli hanno chiesto più volte i genitori Igor e Francesca, il suo agente Vigorelli e gli avvocati Tognozzi e Conte che lo assistono rispettivamente dal punto di vista penale e sportivo. Zaniolo non ha mai vacillato: solo poker e blackjack, mai calcio. Su siti non autorizzati dallo Stato, ma questo è un problema che si risolverà senza grossi patemi. Il calciatore ripeterà la sua versione dei fatti negli interrogatori che lo attendono presso le due Procure, poi dovrebbe tornare a disposizione dell'Aston Villa: la sua carriera al momento dovrebbe continuare senza interruzioni.